La penna degli Altri 28/03/2011 11:22

Dai russi a Soros telenovela infinita

La Roma, però, era zeppa di nomi: , Cassano, Montella, , Samuel, Chivu, i giovani Mancini e in rampa di lancio e Capello in panchina. Proprietà alle prese con dei problemi economici ma squadra di assoluto livello: per i russi c’erano tutte le carte in regola per provarci. E ci provano. Franco Sensi, informato delle intenzioni di Kerimov e soci, dà il via libera alla trattativa. Trattativa che dura praticamente un mese (febbraio 2004): incontri giornalieri, diligence, i russi disposti a mettere sul piatto tra i 250 e i 300 milioni, progetti di acquisti di grido (Vieri e Davids, ad esempio) e di lasciare la presidenza onoraria a Franco Sensi. Il cerchio sembra ogni giorno sul punto di chiudersi, ma manca sempre qualcosa. I tentennamenti di una delle due parti, le dichiarazioni e le intromissioni dei politici (c’è chi dice anche di Putin) per lasciare la Roma in mani romane e italiane complicano le cose.

Il treno passa definitivamente la sera del 29 febbraio: la Guardia di Finanza si presenta a Trigoria in cerca di documenti che attestino delle presunte plusvalenze fittizie, i russi salutano e scappano. Quattro anni dopo, tocca a George Soros. Tutto sembra apparentemente a posto, l’appuntamento tra i legali per chiudere la faccenda sulla base di 283 milioni totali è per il 18 aprile 2008 nella sede romana di Piazza Venezia dello studio Lovells. Sul più bello, però, chi rappresenta chi sta vendendo tira fuori un foglio A4 con su scritto che ci sarebbe anche un’offerta da 420 milioni di un misterioso gruppo arabo. Soros non ci sta, non rilancia e abbandona la partita. La frittata è fatta: l’arabo non esiste e il magnate americano non vuole saperne di tornare indietro nonostante il successivo tentativo di Unicredit di ritirarlo dentro la partita. La sera del 19 giugno 2009, invece, la Roma romanista va a letto convinta che Vinicio Fioranelli, Volker Flick e compagnia abbiano comprato la Roma. Manca solo l’ok di Mediobanca sulla tracciabilità dei 201 milioni: l’attesa dura qualche giorno, l'ok non arriva e si perdono le tracce di Fioranelli, arrestato lo scorso gennaio in Austria con l'accusa di aggiotaggio. Ora tocca a DiBenedetto, l’americano che può finalmente chiudere una storia infinita, con l’aiuto dello stesso studio legale romano che ha assistito Soros nell’operazione-Roma. E contando su una differenza sostanziale: ora è la banca a vendere il club.