La penna degli Altri 01/03/2011 09:31

Da Spalletti a Ranieri, quante partite buttate via

Ma torniamo ai giorni nostri, diciamo così. Cioè da Spalletti in poi. Prendiamo in esame la stagione che si è conclusa con l’illusione scudetto vissuta a Catania. Al di là di qualsiasi altra considerazione sul­la gestione degli arbitraggi in quell’an­nata e pur ricordando come quella Roma sia stata quella capace di ottenere i record societari come punti e vittorie, c’è da dire che quello scudet­to rimasto in gola, fu an­che conseguenza di sette partite finite in parità, do­po che la squadra giallo­rossa era stata in vantag­gio. Alcune di queste fu­rono decise proprio nei minuti finali, co­me il due a due all’Olimpico con la Ju­ventus, o come, ancora di più, per il pari dell’Inter a San Siro ottenuto da Zanetti quando mancava pochissimo al novante­simo.

Ma anche a Firenze finì con la di­visione dei punti (pareggio di Mutu su ri­gore a dieci minuti dalla conclusione), a Empoli i giallorossi dilapidarono un dop­pio vantaggio, per tre volte all’Olimpico in vantaggio con il , risultato fina­le un quattro a quattro che ancora in mol­ti ricordano, senza dimenticare le due partite contro il Livorno, due pareggi per uno a uno con la Roma, entrambe le volte recuperata da una squadra che finì la stagio­ne all’ultimo posto con trenta punti.

Il Livorno ci consente di passare con naturalezza alla Roma di Claudio Ra­nieri, quella che lo scorso anno ha riso­gnato lo scudetto sino all’ultima partita. Una Roma che, con il Livorno, poi retro­cesso, fece un punto su sei, perdendo in casa, ma soprattutto facendosi raggiun­gere due volte nella gara di Livorno, due punti persi che hanno avuto un peso de­terminante nell’esito finale. Ma questa sindrome da recupero, si era manifesta­tata anche in altre partite. A San Siro sia con il Milan che con l’Inter i giallorossi passarono in vantaggio e poi furono ri­presi dai nerazzurri, superati dai rosso­neri. Ma gli esempi più esplicativi sono state le trasferte di Cagliari e Na­poli. In Sardegna nel re­cupero del secondo tem­po, la Roma era in vantag­gio di due gol, finì incre­dibilmente due a due (ma il primo gol del Cagliari era palesemente irregola­re). Stessa storia al San Paolo. Due reti di vantaggio a un quarto d’ora alla fine, è fi­nita in pareggio. Giusto per alimentare questa sindrome da recupero.