La penna degli Altri 23/03/2011 10:54
Buffon avvisa gli ultrà Rispettate noi e il 150°
Ma cè un dribbling che a Buffon riesce benissimo:
quello alle banalità delle frasi stereotipate da conferenze stampa. Il capitano della Nazionale, lunico tra gli azzurri presenti a Coverciano ad avere partecipato al Mondiale del 2002, non ha nascosto la commozione al ricordo del lungo ritiro di Sendai, nella zona più colpita dal terremoto e dallo tsunami dell11 marzo scorso. «Da padre di due bambini, mi ha molto colpito un articolo che raccontava la storia di una scolaresca rimasta chiusa in aula ad aspettare i genitori. Ma quei papà e quelle mamme sono stati inghiottiti dallo tsunami e non torneranno più. Vorrei poter fare tutto ciò che è possibile per aiutare chi ha perso, a quelletà, i punti di riferimento più importanti della vita».
Anche sullimminente trasferta in Slovenia Buffon ha evitato i luoghi comuni, lanciando un messaggio esplicito agli ultrà, che nella recente amichevole di Klagenfurt con la Romania insultarono Balotelli e Ledesma e che stavolta potrebbero scegliere come bersaglio litalo-brasiliano Thiago Motta. «Comportamenti scorretti sarebbero particolarmente fuori luogo, in questo periodo in cui si celebrano i 150 anni dellunità dItalia. Dobbiamo portare rispetto a noi stessi e a chi dà il massimo per portare in alto la Nazionale». Lallarme sicurezza è alto, visto anche il precedente degli incidenti di Trieste 2002: «Ma le misure di sicurezza sono diverse da quelle per unamichevole. Sono convinto che ci sarà un clima di sportività: nel 2005 fummo accolti benissimo in Slovenia».
Il dribbling più imbarazzato, invece, lo ha fatto alla domanda sulladdio alla Juve a fine stagione, per passare alla Roma, che è in vantaggio sul Manchester United.
«Lultima cosa importante sono gli interessi dei singoli. Prima dobbiamo finire il campionato, non in maniera indecorosa come lanno scorso. Lo scudetto? Per come gioca bene, mi viene voglia di fare il tifo per lUdinese». Infine, la difesa di Delneri e dellattuale dirigenza. «Il mister è un grande lavoratore, Marotta
e Paratici hanno idee chiare». Che tra queste ci possa essere anchela fine della sua avventura juventina non è più uneventualità remota.