La penna degli Altri 11/02/2011 09:23

Vucinic-Cavani, la sfida

Edinson Cavani ha individuato in Mirko l’avversario più pericoloso nella sfida di domani sera all ’ O l i m p i c o . I l montenegrino non si è pronunciato, ma è facile immaginare che anche lui farebbe volentieri a meno dell’altro. Di uno che finora ha segnato quasi un gol a partita in campionato. Vabbè, un po’ meno, ma sono sempre 18, un’infinità. Si eviterebbero i due, perché conoscono bene l’uno il potenziale dell’altro. E invece, a meno di imprevisti dell’ultima ora, saranno proprio loro i due più attesi del match, certamente tra i più in forma.

Mirko lo ha dimostrato nelle ultime partite, compresa la sfortunata trasferta di Milano di domenica scorsa. Lui, forse più di tutti gli altri, ci ha provato a trasformare l’incubo in un sogno. Non ci è riuscito fino in fondo, ma è comunque stato sempre dentro il match, vivo, grintoso, al limite del furibondo. Dai suoi piedi è nata l’azione del momentaneo pareggio con la galoppata per vie centrali prima di allargare sulla destra a Cassetti. Nella ripresa ha dato il via alla purtroppo inutile rimonta mettendo il piede su un conclusione innocua. Un gol alla Inzaghi, da opportunista, da animale dell’area di rigore. Non un gol da Vucinic, da artista, da giocatore che segna solo gol memorabili. Forse è un segno, forse è il primo passo di una metamorfosi più ampia che potrebbe portarlo a diventare presto quello che i romanisti sperano da anni: cinico, spietato. Perché ormai non esiste più nessuno che abbia dei dubbi sulle sue qualità tecniche. Tutti sono consci del fatto che se Mirko azzecca la giornata giusta è il più forte del mondo, un extraterreste, fantamirko (ne sa qualcosa la , l’ultima a subire gli effetti della magia che riposa nei suoi piedi).

Eppure ci sono molti che si sono pure rassegnati a godere solo di tanto in tanto delle giocate di un talento tanto straordinario quanto discontinuo. I fatti avrebbero dato ragione a questi, ma solo fino a qualche tempo fa. Perché da qualche tempo a questa parte la Roma ha scoperto un nuovo Vucinic. Sempre meno quello che pare avere ancora i segni del cuscino sul volto e sempre più quello che carica come un toro e che ringhia contro arbitri e avversari. Un Vucinic che ha sofferto (e non solo lui) la nuova realtà di una rotazione in attacco. Lui che, magari per caratteristiche fisiche, era solito partire piano per poi trovare la forma verso novembre. Come? Giocando, mettendo partite nelle gambe. Quest’anno le cose sono cambiate e Mirko per conquistarsi una maglia da titolare ha dovuto lottare, oppure entrare a mille dalla panchina. Spesso è comunque riuscito a fare la differenza e i 7 gol in campionato (non pochi per lui) sono lì a dimostrarlo.

Chi di certo non ha avuto di questi problemi è stato Cavani, uno che a non ha trovato concorrenza nel ruolo di terminale offensivo e che è stato bravo a sfruttare al meglio la grande occasione. Gol, gol e ancora gol. Finora solo in campionato sono 18. “Prima o poi - dicono tutti - dovrà rallentare, rifiatare. Non segnerà sempre con questa frequenza”. Intanto lui sembra non volersi fermare e continua a timbrare il cartellino.

Domani Mirko ed Edinson si ritroveranno di fronte, come hanno già fatto parecchie volte. Il napoletano negli anni a Palermo ci ha già segnato due volte (nella sconfitta per 3-1 del 13 settembre 2008 e nella vittoria per 2-1 del 28 gennaio 2009). Ma anche Vucinic ha lasciato il segno. Non contro Il Palermo, ma contro l’avversaria di domani, il (sua la terza rete nel 3-0 al San Paolo del 25 gennaio 2009, suo il secondo golnel 2-2 del 28 febbraio 2010). Ma il passato è il passato, adesso conta solo domani. Ovvero conta la sera in cui può dimostrare che il genio è diventato anche bomber, che è come e meglio di Cavani. E che il numero 7 del aveva ragione: «se potessi alla Roma toglierei Vucinic»