La penna degli Altri 18/02/2011 09:30

Un timoniere senza rotta



Qualche giocatore pensa al Milan, altri a se stessi, vedi Borriello con i suoi venticinquemila gol. Ranieri tiene il timone, però non conosce la rotta. Ma dov’era prima chi solo adesso scopre la mancanza della carta nautica?

La Roma (non) gioca dall’inizio della stagione. L’anno scorso portava avanti un tema spallettiano, i giocatori ci si ritrovavano e la barca andava. E’ da giugno che si fa calcio italianista, specchiandosi sull’avversario di turno: siamo allenati e vaccinati. La novità è data dalle nuvole sul cielo di Trigoria. Sia chiaro: gli americani non c’entrano e si staranno semmai chiedendo chi glielo fa fare: stadio vuoto, tifosi contro, tecnico isolato, calciatori tra le nuvole. La responsabilità è di chi fa girare certe voci, di chi lascia che escano organigrammi fantasiosi, di chi, in sostanza, gioca sulla pelle della Roma.



Sul conto della quale va anche detta una cosa: il risultato di mercoledì è bugiardo e gli ucraini, alla fin fine, hanno vinto solo grazie a un infortunio di Riise. Se Alonso slittasse su una macchia d’olio, sarebbe forse colpa sua o della Ferrari? La Roma ha aperto bene la serata, poi ha rischiato di sciogliersi. Ha reagito e bene nella ripresa e, dopo la rete di Menez, avremmo scommesso su un risultato positivo. I singoli, dalla metà campo in avanti, non hanno demeritato, dando tutto ciò che avevano. Per questo non siamo d’accordo con chi li ha giudicati “indegni”.

Si guarda sempre e solo il risultato. Se la Roma perde, tutti cattivi e traditori; se la Roma vince, e come non importa, grazie e facciamoci una foto insieme. Il calcio è un’altra cosa e questa volta stiamo con Ranieri: fosse entrato uno dei tanti palloni spediti verso la porta avversaria, i commenti sarebbero stati diversi.

Il momento è delicatissimo. Se bastasse allontanare Ranieri, lo diremmo. Se potesse funzionare insultare i calciatori, lo faremmo. Pensiamo invece che serva guardarsi negli occhi, allontanare i nemici, litigare se è il caso e poi ripartire da zero e cercare di arrivare alla fine salvando la pelle. E Montella, allora? Va salvaguardato.