La penna degli Altri 14/02/2011 09:31
Totti ci mette la faccia
una volta tutto il suo attaccamento, come daltronde ha fatto anche sabato sera, mentre era costretto a scaldarsi insieme a Castellini e Loria, con lumiltà e lo spirito di un sedicenne qualunque. LOlimpico
lo chiamava, Ranieri in panchina tergiversava: dal gol del Napoli al momento in cui Totti è entrato in campo sono passati 28 minuti. Perché? Già perché? Se lo chiede anche Totti in queste ore. Senza polemiche, come è nel suo stile.
Preferisce il silenzio il Capitano, se parlasse probabilmente scoppierebbe lennesimo putiferio. E la Roma non ne ha bisogno. Lo sanno tutti, figuriamoci uno come Francesco. Che non ha gradito le dichiarazioni di Ranieri in conferenza stampa dopo la partita col Napoli: «Veniva dallinfluenza, non era in grado di partire dallinizio». Pensava, dopo quattro giorni di allenamenti completi, di essere pronto: aveva voglia di giocare titolare (come altri, che in settimana hanno fatto meno allenamenti di lui), di prendere per mano la squadra. Di essere, insomma, quello che è sempre stato. E invece no. Probabilmente partirà dal primo minuto dopodomani in Champions, ma Totti non si fa illusioni. Aspetta. Si allena (sempre), non discute le decisioni dellallenatore, si mette a disposizione dei compagni e quando va in panchina fa il tifo per loro. Come ha fatto anche sabato pomeriggio, quando Pizarro disputava lamichevole con la Primavera.
Che il rapporto con Ranieri sia ai minimi storici appare ormai chiaro. Ma mai - mai - Totti farà qualcosa per mettere in difficoltà la Roma. E questa, per lallenatore, è la garanzia più grande. Lo è anche per i tifosi. «Vogliamo parlare solo con lui - hanno spiegato - perché è lunico degno di indossare questa maglia». E lui ha accettato. Ne ha incontrati 5, alla presenza dellamico e preparatore Vito Scala: un confronto sereno,
con Francesco a garantire limpegno massimo suo e del resto della squadra, i tifosi a spiegare la loro frustrazione di fronte a dei giocatori che spesso sembrano «senza attributi» e che «corrono poco». Una volta usciti dal Bernardini i tifosi sembravano più sereni: «Speriamo - sussurrava qualcuno - che ci pensi lui e
ce tiri fuori da sta situazione». È una speranza condivisa da tutti, chissà se gliene verrà data la possibilità.