La penna degli Altri 10/02/2011 09:42

Ranieri traghettatore? Non sarebbe un’offesa

Sul Grande Diziona­rio della lingua italia­na il termine traghet­tatore viene così defi­nito: « Chi manovra o lavora da un'imbarca­zione usata per tra­sportare persone, mer­ci o veicoli». In questo senso Ranieri è forse il più esperto traghetta­tore del calcio italiano e non può certo offen­dersi se verrà impie­gato in un ruolo che ha già accettato più volte in passato. Ha infatti traghettato la Juven­tus da calciopoli al se­condo posto. Ha tra­ghettato la Roma da Spalletti al “ dopo Spalletti”, rinvigoren­do i giocatori e cam­biando modulo. Ha traghettato la Roma dai Sensi a Unicredit. Sta traghettando la squadra da al­l'inevitabile “dopo Tot­ti”. Non c'è un traghet­tatore più grande di lui. In quanto ai signi­ficati dispregiativi del termine, è sbagliato anche prendersela con padre Dante, in quan­to nella Divina Com­media il traghettatore principe dello stesso Dante è Virgilio, che ha il compito, grade­volissimo, di traghet­tare il poeta sino al Paradiso. E la storia, anche recente, ci ri­corda traghettatori di grande spessore come Enrico De Nicola, che traghettò l'Italia dalla monarchia alla repub­blica o come Frede­rick de Klerk, che ha traghettato il Sudafri­ca verso la democra­zia.

Ma forse è tempo di uscire dalla metafora e spiega­re che a Ranieri il termi­ne non piace per il ca­rattere di tempora­lità che compor­ta: cioè il contratto per un anno.

Ranieri pensa di aver fatto e di poter fare per la Roma un lavoro che merita una maggiore fiducia. Ma si metta nei panni di quel benedetto si­gnore che risponde, con straordinaria pro­prietà etimologica al nome di Di Benedetto. Quest'uomo ha il dirit­to- dovere di non cono­scere nessuno; di do­ver mettere tutti alla prova. Non c'è altra maniera di ricomin­ciare, se non afferran­do il bandolo. Mettere alla prova un tecnico della stazza di Ranieri sarebbe offensivo. Ma qui si tratta di rico­minciare tutto da capo e la nuova proprietà chiederà a tutti una certa disponibilità. A tutti quelli che hanno meritato una chiara fi­ducia. Per costruire una nuova società bi­sogna cambiare le re­gole. Non a caso c'è già stato, in una di­mensione più vasta, l'esempio di quell'altro “ americano” che ri­sponde al nome di Marchionne. Nella Ro­ma, come a Torino, non erano tutte rose e Mirafiori. Firmare il contratto per un anno non significa lavorare un solo anno. E i con­tratti pluriennali han­no avuto signora una giustificazione mora­le, perché dovevano garantire i tecnici dal malcostume di caccia­re l'allenatore alla pri­ma sconfitta. Nella Roma del futuro si spe­ra non ce ne sia più bi­sogno. E se l'alternati­va a Ranieri è Ancelot­ti, si tratta di un altro traghettatore: traghet­tatore di se stesso.