La penna degli Altri 17/02/2011 09:01

Pericolo disastro

Gli altri corrono sempre, con o senza palla. Non solo: lo fanno controllando gli spazi in modo collettivo e poi la cavalcano, questa velocità. Rallentano, frenano, accelerano senza pause, distrazioni. Come dire: sembra che le altre squadre di , governano meglio pallone, spazio e tempo. Chi più, chi meno. Sono abituate. Semplice: giocano meglio. Il loro calcio è una cosa preparata a tavolino, mandata a memoria e poi realizzata in movimento.

Le nostre squadre vivono di piccole o lunghe tirate, di generoso caos organizzato (se va bene) e di grandi giocate individuali che, quando si concludono in gol, sembrano risolvere tutti i problemi. Il meccanismo non è nuovo: l’avevamo capito con gli alti e bassi di Ibra ai tempi dell’Inter, non è cambiato ora che sta nel Milan. Parecchio tempo fa, Gigi Buffon l’aveva detto e ripetuto. In Italia si può vincere così, in Europa no: senza un gioco non vai da nessuna parte. Il Milan ha un fatturato più alto del Tottenham; lo stesso vale per la Roma con lo Shakhtar. Dunque non è questione di soldi. Contano altre cose. Conta il gioco. L’Inter, l’anno scorso ha vinto tutto anche perché con Mou si era messa a giocare da squadra europea. Per battere il Bayern dovrà farlo ancora. E meglio. Prandelli, con la Nazionale, ha capito che quella è la strada per ripartire. Tocca anche ai club. Per restare in Europa, dobbiamo entrare nella modernità.