La penna degli Altri 25/02/2011 10:24
Montella ha mostrato la giusta serenità
CORSPORT (L. CASCIOLI) -
Fare l'allenatore in Italia è difficile. Quando poi non esiste alle sue spalle una società, di venta addirittura impossibile. E così, in un Paese in cui non si dimette mai nessuno, la panchina della Roma è da anni la più dimissionata d'Europa.
Da Capello a Prandelli, da Del Neri a Voeller, da Spalletti a Ranieri sono scappati via tutti da soli. La vera faccia della crisi è que sta. Montella, ultimo ar rivato, non ha neppure il tempo di infilarsi la tu ta, non dico di meditare le scelte, di fare un pro vino, azzardare un mo dulo. Il calcio c'entra poco con quello che è chiamato a fare. Si trat ta di cavare la castagna dal fuoco e Vincenzo in fila risoluto la mano nel braciere, novello Muzio Scevola. Ma solo con il coraggio non si vincono le partite.Montella, in poche ore, riesce a dise gnare la squadra in campo con lo stesso pro filo del vecchio schema geometrico, rimettendo in scena Pizarro, rima sto per troppo tempo sull'Aventino, dopo aver rotto con Ranieri, rottu ra resa palese dal suo repentino recupero. Pizarro possiede una tortuosa, ma sicura pa dronanza della mano vra e vi accoppia un vi vo senso dei tempi di gioco: tutte risorse della vecchia scuola di calcio sudamericana. Non è un giocatore spettacolare. Anzi è forse il più noioso tra i grandi giocatori e il più grande tra i giocato ri ripetitivi, ma a questa Roma, finché non cam bierà giocatori e modu lo, risulta indispensabi le. Il cileno, commette a volte l'imperdonabile er rore di farsi strappare la palla in pressing dagli avversari, ma la sua prevedibilità consente anche ai compagni di sapere in anticipo dove va a finire la palla e al la squadra di riguada gnare la posizione, e an nullare le distanze tra i reparti.
Nessuno può dire di Montella, dopo appena 74' di panchina, se in lui si nasconde o meno uno stratega. Ma se la prima impressione può servire a rendere in qualche modo l'idea, diremo che la dignitosa serenità con la quale ha seguito le fa si più emozionanti della partita e la sua compo stezza in occasione del gol di De Rossi, sono gli ingredienti giusti per cu rare una squadra che gioca da più di un mese sull'orlo di una crisi di nervi. Anche Ranieri ci era parso sempre molto composto, ma negli ulti mi tempi sembrava tira to, come macerato dai dubbi. La serenità di Montella è invece quella degli innocenti. Anche nell'essere tifosi della Roma Ranieri e Montel la sono diversi. Ranieri è un testaccino cocciuto e spavaldo, che viene dalla vecchia guardia del tifo. Montella è un cittadino onorario di Trigoria: ha conquistato uno scudetto, ha segna to caterve di gol e ha vinto uno storico derby da solo, mandando ai pazzi un campione co me Nesta. Se è vero che la personalità dei cam pioni non si perde nel tempo, è bello poterla ri conoscere anche quan do i protagonisti devono fare poco per ricordar cela.
La vittoria della Roma non è stata esemplare, nel senso positivo che ci sarebbe piaciuto dare a questi preziosi tre punti, ma il risultato chiede quel rispetto che si deve alle partite ben conge gnate e tenacemente combattute. Guardarsi dagli atteggiamenti ec cessivi e dalle raffina tezze: sembra questa la morale del successo di Bologna. Si è giocato di più sulle fasce, la difesa si è collocata più alta e non ha avuto quegli sciagurati cali di con centrazione che l'aveva no ridotta ormai a cola brodo. Ma Riise è ancora un personaggio da 'Chi l'ha visto?' e la bel la forma di Borriello è un bene da ritrovare.