La penna degli Altri 13/02/2011 11:32
Modello Celtics

Jim, per gli amici, è uno dei soci della Boston Basketball Partners LLC, il consorzio che a fine 2002 ha acquistato la franchigia dei Celtics per 360 milioni di dollari ed è riuscita a riportarla al titolo della Nba dopo anni di anonimato. Ecco la bella sorpresa contenuta nei documenti inviati a Unicredit venerdì notte. Pallotta non faceva parte della lista di imprenditori al momento della presentazione dellofferta non vincolante formulata a novembre. Thomas DiBenedetto, suo amico intimo, lo ha poi convinto a partecipare allavventura italiana ma si è preferito tenere in segreto fino allultimo un nome molto popolare negli Stati Uniti.
Jim, classe 58, è un grande sportivo. Nonostante le notevoli doti da cestista, negli anni successivi si è dedicato alla finanza fino a diventare manager della Tudor Investments, gestendo risorse per oltre 15 miliardi di dollari. Oggi dirige il fondo Rapture Evolution e per anni è stato uno dei 15 manager più pagati negli States. Oltre che per il ruolo nel basket - è spesso presente alle partite dei Celtics, durante le finali del 2010 ha litigato duramente con il commissario Nba David Stern - è finito nelle cronache di Boston grazie alla sua villa megagalattica da 21 milioni di dollari inaugurata nel 2007. Insomma un personaggio molto affascinante che aggiunge la sua esperienza nello sport a quella maturata nel baseball con i Boston Red Sox da Thomas DiBenedetto che resta la mente delloperazione-Roma. Se gli americani arriveranno a dama, a lui sarà destinato il ruolo di presidente e limpegno in prima linea nella nuova società. Si delinea così il quadro della cordata dove, almeno per il momento, non figura più il nome di Arthur Falcone. Il gruppo di cinque investitori (con quote paritarie) pronti allacquisto del club giallorosso è composto da Thomas DiBenedetto, Michael Ruane, Richard DAmore, Julian Movsesian e James Pallotta. Venerdì notte dallAmerica sono arrivati la gran parte dei documenti richiesti da Unicredit e Rothschild. Oltre alle garanzie sulla «DiBenedetto As Roma LLC» fornite dalla Piper Jaffray, ogni componente della cordata ha dovuto inviare una propria lettera con le evidenze dei rispettivi fondi destinati alloperazione. Quantomeno singolare tanta «meticolosità» di fronte a personaggi ricchissimi che non hanno di certo faticato a garantire cifre modeste se paragonate ai rispettivi patrimoni: conseguenze del caso Fioranelli e delle immancabili pressioni esterne. Ma ormai ci siamo. Domani pomeriggio si riunirà il cda di Roma 2000 con i dirigenti di Rothschild e Unicredit e i rispettivi legali per lapertura della trattativa in esclusiva. Poi, salvo intoppi, verrà fissato un incontro con DiBenedetto per le firme dei contratti ed entro marzo, a processo ultimato, la Roma parlerà americano. Anche la Sensi pensa al suo futuro: ieri è stata nuovamente ricevuta a Palazzo Chigi dal sottosegretario Gianni Letta.