La penna degli Altri 24/02/2011 11:31
Mancini, Guardiola, Villa Boas. Mai troppo presto
Oggi invece i 37 anni sembrano letà fatale per il grande salto. Dalle giovanili alla serie A, in una squadra blasonata, almeno sulla carta. Ma la tendenza non è cambiata soltanto da un punto di vista anagrafico ma anche nella preparazione di questi neo-allenatori, che avranno certamente sommato meno panchine, ma sono assolutamente più preparati da un punto di vista tattico e dirigenziale. Grandi esperienze come calciatori che si sono espressi ad alti livelli in campo nazionale ed internazionale, carisma, studio e ricerca della perfezione.
Neofiti sì, ma di successo. Precursore in tal senso è stato Roberto Mancini, a 36 anni vice di Sven Goran Eriksson sulla panchina biancoceleste e la stagione successiva chiamato dalla dirigenza viola pur non essendo ancora in possesso del patentino. Il resto è storia contemporanea.
Ma su tutti troneggia Pep Guardiola, altro grande ex calciatore, esponente massimo del calcio palla a terra con fraseggi continui e scampoli di gioco spettacolari (complici anche gli alieni che vanta di allenare). Il Mister di Santpedor ha bruciato letteralmente le tappe. Nel 2007 allenava il futbol club Barcelona B, nel 2008 Joan Laporta, in piena rifondazione blaugrana, lo sceglie per rilanciare la squadra non tra poche critiche. I suoi esordi sono poco brillanti ma più tardi i successi arrivano a raffica.
Andrè Villa Boas invece, ha un destino ed un percorso ancora diverso. Il giovane portoghese, più giovane di Totti e Del Piero, illustre carneade con gli scarpini ai piedi, è stato per anni il secondo di Mourinho al Porto, al Chelsea e allInter. Oggi guida il Porto nella Super Liga portoghese con zero sconfitte in 20 partite e 8 vittorie su 9 incontri in Europa League. A dir poco sembra un predestinato.
Ultimo ma non meno importante, oggi è il turno dellaereoplanino. I presupposti in termini di cabala e di potenzialità ci sono tutti. Trentassette anni, 228 gol da professionista, 21 vittorie consecutive alla guida dei Giovanissimi Nazionali della Roma. E non solo. Il 15 Dicembre dello scorso anno si laurea in Management dello Sport grazie ad un corso organizzato dal Coni e dallUniversità Luiss Business Scholl di Roma con i massimi voti. Volto da scugnizzo ed idee chiare, ribelle per natura, molto certosino e determinato nelle sue scelte, Vincenzo Montella potrebbe essere la carta giusta in un momento di debacle totale. Intanto, ha cominciato bene.