La penna degli Altri 07/02/2011 09:12

La Roma fa soffrire l’Inter

DIFESE APERTE -Secondo tra­dizione consolidata, Inter-Roma si è subito aperta ai gol e alle occasioni. Forse era perchè le due squadre si conoscono ormai come le lo­ro tasche (era la ventisettesi­ma sfida ufficiale dal 2004 a oggi) ma non hanno perso tempo a studiarsi. Sapevano dove colpire. L’Inter c’è riu­scita dopo appena 3’. Sneij­der ha rovesciato il gioco sulla destra, dove attaccava (come di consuetudine) Mai­con e dove la Roma avrebbe dovuto, in via ipotetica, co­prire con Simplicio, che in­vece era risucchiato al cen­tro da Kharja: ha controllato e aspettato che Sneijder tagliasse verso il centro e gli ha messo la pal­la giusta, l’olandese ha sfrut­tato il ritardo di e il suo micidiale sinistro. La palla si è infilata nel sette mentre Julio Sergio si inchi­nava davanti a tanta mae­stria.

Ma la Roma aveva voglia di giocare e di attaccare. Do­po 13' ha pareggiato: Thiago Motta, che giocava ancora una volta davanti alla difesa per occuparsi di Menez, hasbagliato l’anticipo sul lan­cio di , Vucinic è partito sulla via centrale, ha sganciato la palla a destra per Cassetti che, liberissimo, l’ha messa sul secondo palo dove Simplicio è arrivato senza il controllo di Kharja e ha colpito alle spalle Mai­con, che era in vantaggio sul pallone ma se l’è fatto sfila­re. Quando attacca, è più forte di qualunque ala destra, quando difende vale quanto un normale di serie A.

JULIO CESAR, UN GATTO -Inter e Roma avevano lo stesso at­teggiamento di scarsa prote­zione delle due difese e la Roma, nel palleggio e nel gioco a palla a terra, faceva prevalere la sua qualità. Si faceva guardare e piaceva di più. Appena la Roma alzava il ritmo, l’Inter andava in dif­ficoltà. Il lavoro di Vucinic, fra la linea di centrocampo e quella d’attacco, con la viva­ce collaborazione di Menez, creava più di un problema alla difesa della squadra campione d’Italia che al 15' ha ritrovato lo stesso fanta­stico Julio Cesar dei tempi migliori, con un capolavoro in tre atti. Primo tiro di Me­nez: respinta; ribattuta di te­sta di Borriello: balzo felino di Julio; ancora conclusione di Menez: palla respinta di piede dal brasiliano. Dopo mezz’ora, le squadre erano già lunghe e lo spetta­colo, in senso tecnico, ne go­deva assai. Julio Cesar ha fatto ancora il fenomeno in uscita su Simplicio e sulla ri­partenza dell’Inter il suo connazionale e quasi omoni­mo Julio Sergio ha fatto in­vece la frittata: Eto’o ha pun­tato Riise, gli ha rubato il tempo, ha cercato e trovato la porta con un tiro centrale che il romanista si è fatto passare sotto il braccio.

SPAZI E GIOCO -C’erano così tante amnesie, tante disat­tenzioni, tante sfasature a li­vello tattico, che gli spazi si aprivano rapidi davanti al talento di Eto’o e Sneijder, diMenez e Vucinic. I due ter­zetti di centrocampo aveva­no un ritmo blando, ma quando il gioco superava il loro settore diventava sem­pre piacevole. Nel secondo tempo la Roma ha ripreso ad attaccare, ma al primo affon­do l’Inter ha lasciato il segno sulla partita. Lancio stupen­do di Sneijder per Pazzini che aveva sonnecchiato per un’ora abbondante: l’ex do­riano è scattato in posizione regolare, era stato Burdisso a tenerlo in gioco, lo stesso difensore che, per recupera­re l’errore, ne ha commesso uno doppio e doppiamente grave: ha rincorso Pazzini e l’ha steso in area. Rigore ed espulsione. Botta di Eto’o, 3-1. Sembrava la fine di tutto. Era invece l’inizio di una sto­riapazzesca.

ORGOGLIO ROMA -Ranieri ha tremato pensando alla di­sfatta, ha tolto Menez e mes­so Loria per riassestare la difesa. Julio Sergio (quando ormai sembrava inutile) ha evitato un gol a Pazzini e due a Milito che gli aveva preso il posto, poi Thiago Motta ha segnato di testa, a due passi dalla porta, senza alcun con­trollo, su assist sempre di te­sta di Eto’o. L’Inter ha pensato non so­lo di aver vinto, ma anche stravinto. Si è appisolata e la Roma l’ha colpita col suo or­goglio. Vucinic ha segnato deviando una punizione di e dopo 6’ anche Lo­ria, alla sua prima partita della stagione, ha messo la firma su questa sfida incre­dibile, ricacciando in rete la palla che un colpo di testa di Juan aveva fatto sbattere sul palo, dopo un calcio d’ango­lo che non c’era. Ma l’orgo­glio non è bastato alla Roma. Insieme, ci voleva anche un miracolo. Ha debuttato an­che il giapponese Nagatomo e l’Inter ha davvero chiuso il conto al 45', in contropiede ovviamente, con la rete di Cambiasso su assist di Za­netti. La paura a Leonardo è passata solo in quel momen­to.