La penna degli Altri 11/02/2011 09:12

«L’offerta della Deson&Co. era competitiva»

Già, ma in che termini era l’offerta della Deson&Co.? «Io non posso parlare di cifre, la nostra offerta comunque non prevedeva alcuna partecipazione di Unicredit. Alcuni giornali scrivono che la nostra è superiore? Il nome di Sean Deson verrà tutelato, è ben conosciuto nel mondo della finanza ed è titolare di un gruppo che gestisce grandi capitali, anche orientali. È un soggetto in cui moltissimi soggetti ripongono fiducia ed è sostenuto anche in questa avventura. L’offerta è stata presentata dalla Deson & Co. L’Amyga è uno strumento operativo costituito lo scorso anno, ma non entra in questa operazione. Credo che la Roma vada valorizzata, il nostro progetto era finalizzato a qualcosa di internazionale».

Il giorno in cui Unicredit è andata a New York, tra l’altro, c’è stato un incontro tra la Deson&Co. e Rothschild a Via Veneto. «Ve lo confermo, ho partecipato a questo incontro» risponde l’avvocato Scuderi, al quale viene chiesto anche se Deson conosca DiBenedetto «Non so se lo conosce di persona - risponde - ma in America è un nome importante lo conoscono tutti. Sean Deson può anche perdere la battaglia per la Roma, l’importante è salvaguardare il nome. Noi aspettiamo che la trattativa arrivi al termine, poi valuteremo se intraprendere o meno alcune azioni istituzionali. Una notizia falsa su una persona può creare un danno. Il mio intervento è soprattutto per fare chiarezza. È molto meno pericolosa una pistola di una penna».

A proposito di penna, facile immaginare quale sia stato lo stato d’animo quando sono uscite le prime agenzie che riferivano della scelta fatta sul gruppo di DiBenedetto: «Noi eravamo consapevoli della nostra offerta, quando ho letto le agenzie sono rimasto stupito perché ero convinto che la nostra offerta fosse qualitativamente la migliore. Posso confermare che il nostro progetto comprendeva l’ampliamento dello stadio, la cittadella dello sport eccetera. Mi domando perché gli uomini di Unicredit non siano venuti anche da noi, forse il Nevada dove Sean risiede è più lontano»