La penna degli Altri 24/02/2011 09:07

Il gol di De Rossi vale oro

Il recupero di Pizarro non è stato irrile­vante nell’economia della prestazione. Il ci­leno ha giocato novanta minuti e la cosa sol­leva qualche interrogativo sul suo recente «assenteismo». Per Montella una iniezione di fiducia che può solo aiutarlo in questa av­ventura complessa. Ieri sera ha scavalcato la e il Palermo; con il Parma potrà provare a consolidare questo suo rilancio in campionato, nell’attesa di un evento felice nella trasferta di Donetsk.

GUARITI E RITROVATI -C’era grande attesa per la prima formazione di Vincenzo Montella. E il neo-allenatore della Roma qualche sor­presa l’ha regalata. La più clamorosa, l’esclusione di , lasciato in panchina (era in campo, invece, nei sedici minuti del 30 gennaio scorso). E poi Pizarro che sino a qualche giorno fa era ancora alla prese con misteriosi dolori, scomparsi improvvisa­mente grazie a terapie intensive. Come Laz­zaro, il cileno si è alzato e ha camminato, anzi ha corso: straordinario. Quindi Doni, riabilitato dopo l’esilio panchinaro. Infine il modulo con il ritorno a quello che tante gio­ie ha regalato alla Roma soprattutto negli anni di Spalletti. Dall’altra parte c’era, pe­raltro, un ridotto ai minimi termi­ni, privo degli squalificati Gimenez, Porta­nova, Moras e Perez, più gli infortunati Ga­rics (in tribuna con le stampelle), Ekdal e Britos parcheggiato in panchina ma ancora dolente per la frattura alla faccia rimediata contro il Catania.

Una partita che ricomincia dopo venti­quattro giorni (con un calcio d’angolo, bat­tuto dal ) è inevitabilmente altra co­sa, per le presenze, le assenze (a comincia­reda Ranieri) e le condizioni psicologiche (oltre che meteo: ieri non c’era la neve ma il freddo era polare). Da un punto di vista tattico, il ha evidenziato sin dai pri­mi secondi una certa vulnerabilità sul fian­co dove Casarini, nonostante l’aiuto costante di Meggiorini, faticava a tenere sotto controllo Vucinic. E di lì in effetti è ve­nuto il gol. Per sfortuna di Banti, a realizzar­lo ha provveduto il giocatore, , per il quale sei minuti prima il e Male­sani avevano invocato l’espulsione per dop­pia amminizione. , ammonito per un fallo su Ramirez, qualche secondo dopo interrompeva sulla trequarti bolognese una azione deviando volontariamente il pallone con la mano. Lo stadio ululava, il designato­re Braschi, in tribuna spiegava ( anche al presidente del ) che la seconda am­mmonizione non ci stava perché l’azione non era pericolosa. Fatto sta che sei minuti dopo era proprio a portare in van­taggio la Roma. Erroraccio di Casarini che si addormentava con il pallone tra i piedi in piena area (invece di spedirlo in tribuna). Travestendosi da Arsenio Lupin, glielo ru­bava Vucinic che lo appoggiava a : conclusione fulminante, deviata da Cheru­bin, su cui Viviano non poteva proprio far nulla.

CUORE -La squadra di Malesani non è un cliente arrendevole, soprattutto dal punto di vista calcistico ha una logica, un senso. E quando alza i ritmi è in grado di mettere in difficoltà avversari anche tecni­camente più ricchi. Una cosa è certa: non si arrende. Lo ha fatto capire il tecnico rosso­blù poco dopo la metà della ripresa quando ha inserito Paponi e Siligardi e si è sistema­to in campo in maniera speculare rispetto alla Roma, con il primo a sinistra, il secon­do a destra e Di Vaio punta centrale (Rami­rez alle sue spalle). Pur non correndo parti­colari rischi, i giallorossi hanno cominciato a difendersi con un certo affanno. Il timore di compromettere il risultato induceva Montella a rinunciare a un centrocampista più bravo negli inserimenti offensivi come Simplicio per inserire uno più attento alla fase difensiva come Brighi. Ma nonostante il cuore del , ad andare vicinissimo al raddoppio era la Roma con Brighi.