La penna degli Altri 28/02/2011 10:58

Il capitano, l’unico vero campione che abbiamo

Non hanno paura di dialogare molto vicini gli attaccanti di Montella, perché l’automatismo prevede, nella porzione di campo libera l’inserimento dei centrocampisti; ma è nella fase difensiva che la Roma riesce a dare il meglio di sé nel primo tempo grazie alla collaborazione di tutti i reparti alla fase di contenimento. Il secondo tempo vive gli stessi identici ritmi e motivi, senza però vedere più di tanto la reazione parmense, annichilita nella vacuità ed impalpabilità delle giocate dei tanti ex juventini, sperduti in un mare di fraseggi inutili e senza idee; ma la stagione della Roma ha vissuto e vive di improvvisi e repentini cali di concentrazione, e mentre proprio il secondo tempo sembra incanalarsi verso una soporifera seconda frazione, proprio le ex stelle bianconere innescano la reazione del Parma; quanti e quali possano essere le colpe della Roma e quanti i meriti dei gialloblu è difficile da dire: difficile pesare le reali responsabilità di una squadra giallorossa, ancora una volta attanagliata da una inspiegabile paura nella fase calda dell’incontro.

Il buio difensivo si è rimaterializzato e si è riscoperto così determinante da prendere in contropiede persino Montella, che forse, come primo errore della sua carriera, nel momento culminante della partita, sostituisce il migliore in campo, cioè il capitano; lo sostituisce supponendo che la fase offensiva possa essere ancora in completo controllo dei giallorossi. Dal cilindro, il mago Marino forse non poteva prevedere la meravigliosa invenzione di Amauri, ma di certo a quasi tre quarti di partita nessuno poteva immaginare che l’epilogo, ennesimo e quasi scontato, era il finale che già troppe volte avevamo visto questa stagione: una Roma arrembante, alla ricerca di un gol che poteva risolvere ogni cosa.

Si parlerà a lungo del minuto 74, di questo incontro, si parlerà a lungo del momento in cui l’ex bianconero Amauri inventa il 2-1, anche perché è il minuto dell’uscita dal campo del capitano romanista, ad oggi unico e reale campione che la Roma può annoverare.