La penna degli Altri 21/02/2011 10:22

Game over

La vicenda assume i controrni dell’assurdo: fino a ieri mattina Ranieri era convinto di poter addirittura rinnovare il suo contratto. Sabato pomeriggio lo ha detto in conferenza stampa e in uno scambio di sms notturno ha messo in allerta il suo avvocato Mattia Grassani su un possibile incontro nei prossimi giorni per definire l’accordo. I novanta minuti di Marassi hanno ribaltatato la situazione. Ranieri è tornato da Genova con la squadra, è passato per Trigoria da dove è uscito alle 22 a bordo di una Smart bianca. «Prendiamo atto - ha commentato perplessa il presidente Rosella Sensi - delle sue dichiarazioni. Questa sera non faremo nulla, ci riserviamo di decidere dopo una riunione in programma domani mattina (oggi, ndr) alla quale parteciperanno oltre a me, i dirigenti e i giocatori». Il tecnico di San Saba saluta da gran signore dopo diciassette mesi di militanza in giallorosso. Divisi a metà: la rimonta della scorsa stagione fino a sfiorare lo scudetto e i disastri combinati in quella attuale. Non si sa ancora quanti, ma lascerà sicuramente dei soldi sul tavolo: gli spetterebbero ancora quattro mensilità corrispondenti a un milione e duecentomila euro lordi. Tanta roba.

Prima di lui hanno fatto lo stesso Spalletti, Delneri, Prandelli e Voeller. Da Capello in poi la Roma è un frullatore di tecnici. Alla fine vincono sempre i giocatori che anche stavolta ci hanno messo del loro. Le prime crepe nei rapporti con la squadra si sono viste a Monaco. La Roma battuta dal Bayern e che accusa senza mezze misure: «Abbiamo fatto catenaccio, così non si vincono mai le partite». L’avvio disastroso di stagione stava per costare l’esonero a Ranieri. Dopo la sconfitta di Basilea da casa Sensi è partita una chiamata verso un procuratore vicino a Leonardo. Il brasiliano ha preso tempo, forse già consapevole che di lì a poco gli si sarebbe spalancata la porta dell’Inter. In questo modo, da ottobre la Roma ha avuto un tecnico delegettimato in panchina: cosa confermata nella prima riunione di ieri sera tra dirigenza e giocatori, nella quale tutti o quasi i romanisti si sono sfogati contro il tecnico: «Non ci fidavamo più di lui». Ranieri ha continuato a lavorare e a sbagliare. Si è arrabbattato tra mille difficoltà nella gestione degli attaccanti, ha compromesso il rapporto con preferendogli l’impresentabile Adriano a San Siro, e discusso con tanti altri. Troppi: da a Borriello, da Vucinic agli «insospettabili» e Brighi, fino a Pizarro che a dicembre è partito per il Cile e ha deciso di non rimettere piede in campo fino a quando ci sarebbe stato in panchina l’allenatore di San Saba.

Detto fatto: ieri era in tribuna, mercoledì a ci sarà. Ranieri vive un flashback. Al secondo anno della perse il feeling con i senatori e la società lo esonerò a due giornate dalla fine. Stavolta ci ha pensato lui a farsi da parte.