La penna degli Altri 16/02/2011 11:34
E i Red Sox volano a casa DiBenedetto
CORSPORT (R. ZANNI) -
La quasi inaccessibile residenza in Florida di Thomas DiBenedetto si trova in un centro residenziale esclusivo di Fort Myers, all'interno del Country Club. Mr. DiBenedetto dal lato posteriore della sua casa ha le finestre (e sono tante, visto che la superficie è di oltre 1.300 metri quadrati e ci sono 9 stanze da letto, 10 bagni, oltre a sale e saloni) che danno diretta mente sul campo da golf. Ma appena a una decina di minuti d'auto dal Fiddlesticks Coun try Club, la quiete di questa cittadina sul ma re del South- West della Florida ieri però ha su bìto il consueto piccolo sussulto di metà febbraio perchè sono arrivati i Red Sox per lo spring training, l'inizio degli al lenamenti in vista della nuova stagione di base ball che partirà l' 1 apri le.
BINOMIO - Fort Myers-Boston è un binomio che va d'amore e d'accordo ormai da parecchi anni e nel giorno dell'inizio degli allenamenti di catchers e pitchers, davan ti al City of Palm Park, il piccolo impian to dedicato al baseball, i tifosi dei Red Sox si so no dati appuntamento, da lì infatti partivano le navette che li avrebbero portati al non lontano Boston Player Deve lopment Complex, il centro sportivo dove per qualche settimana si al leneranno le Calze Rosse del Massachusetts.
ARRIVA IN MARZO - La speranza era di vederlo al campo Mr. DiBene detto, magari con una sciarpa dei Red Sox e una della Roma. « No, di solito non viene qui in questo periodo - ci ha detto invece Pam Ganley, capo ufficio stampa del club di Boston -di solito passa verso mar zo» . Evidentemente aspetta di vedere i suoi giocatori già rodati... Di-Benedetto infatti ha una quota di minoranza dei Red Sox che, bisogna ricordarlo, nel panorama della Major League Baseball sono la seconda società, come valore economico, prestigio, forza e tradizione, alle spalle solo degli acerri mi rivali dei New York Yankees. Mentre sul diamante si fanno ve dere invece alcuni gio catori come Tejeda, Pedroia, Luna, Iglesias, Saltalamacchia, a bordo campo Lou Merloni, exinfielderdei Red e oracommentatore televisi vo, ci racconta di cono scere Mr. DiBenedetto: «Sì, certo, è uno dei par tner della società pro prietaria della club, uno dei molti italo- america ni di Boston. Lo sono an ch'io, le mie origini par tono dalla Calabria» . Lo chiamavano Sweet Lou quando giocava e parlando di Italia subito ricorda la Nazionale az zurra versione World Classic, quella compo sta daipaisà:«Che bello la maglia azzurra, la scritta Italia, c'erano Piazza, Grilli e tanti al tri... Ma anche nei Red Sox ci sono italo- ameri cani» .
ASPETTA ANCORA... - Non sono pochi e occupano anche posizioni di rilie vo, infatti oltre a Tho mas DiBenedetto c'è Larry Lucchino, il presidente, a Fort Myers arriverà però soltanto a fine settimana, poi il manager Terry Franco na, una leggenda ha ri portato nel 2004 il titolo delle World Series a Bo ston, il precedente risa liva al 1918, spezzando così la celeberrima maledizione del bam bino,quella di Babe Ruth. Nata, appunto, quando la squadra di Boston vendette Babe Ruth, cioè il bambino, proprio ai rivali di sem pre, gli Yankees: era il 3 gennaio 1920. Poi ecco Jarrod Saltalamacchia, cognome italianissimo che per gli americani è quasi impronunciabile: «Lo sbagliano sempredice ridendo il venticin quenne catcher dei Red Sox -i miei nonni sono di Matera e mi sono an che offerto di giocare nella nazionale italia na, ma sto ancora aspet tando una risposta...» . Se L'italia del baseball non ha risposto a Salta lamacchia, tra i giocato ri, di origini italiane op pure no è difficile avere qualche notizia in più sul futuro, sembra pro prio di sì, presidente proprietario della Roma. «Non lo conosco» ci dice infatti Saltalamac chia quando gli chiedia mo di DiBenedetto. Ma Jarrod potrebbe incon tarlo qui tra un mese, non con la risposta della federazione italiana di baseball, ma sicura mente con molte notiziein più sulla Roma.