La penna degli Altri 20/02/2011 11:40
De Rossi: «Il risultato dice tutto». Conti: «Che felicità»
A cominciare da Bruno Conti: il direttore, che ha seguito come sempre la Primavera da bordo campo, sintetizza la felicità per una giornata da record con poche, semplici parole. «Per noi questa è una grande soddisfazione, faccio i complimenti a tutti. Non mi ricordavo un risultato così rotondo, sono molto contento».
Forse per la mancanza del pubblico sulle tribune, al fischio finale i giocatori lasciano il campo alla spicciolata, senza concedersi grandi festeggiamenti. Alberto De Rossi abbraccia a lungo capitan Florenzi, prima di provare ad analizzare quella che da settimane aveva indicato come una partita importantissima. «Un risultato clamoroso? Beh, diciamo che la dice lunga sullandamento della partita - esordisce il tecnico -. Credo che oltre alla nostra forza, a un certo punto la Lazio abbia accusato un certo scoramento, che unito alle loro assenze giustifica in parte un punteggio tanto eclatante». Con gli otto punti di vantaggio sui biancocelesti, la Roma si candida come la favorita per la vittoria del girone C (e relativa qualificazione diretta alle final-eight): sono i giallorossi la squadra da battere? «Forse nel girone, nel campionato credo che la squadra da battere resti lInter. Quella di oggi (ieri, ndr) è una vittoria che volevamo con tutte le nostre forze per mettere un buon margine di vantaggio fra noi e la seconda in classifica e poi affrontare con più tranquillità un mese di marzo molto impegnativo, che ci vedrà in campo per il Viareggio (si parte martedì, ndr) e poi nella doppia finale di Coppa Italia».
Quando gli chiedono se fra Roma e Lazio ci siano effettivamente sei gol di differenza, De Rossi fa un sorriso: «Se guardiamo bene, vediamo che questanno hanno vinto più derby loro. Noi però abbiamo grandi individualità, che stanno riuscendo a mettersi al servizio della squadra. La chiave della partita credo sia stato il 4- 1, lì davvero è finita. Vorrei che a giugno si possa consegnare un gruppo non dico pronto per la prima squadra, ma quantomeno pronto a farsi trovare pronto».