La penna degli Altri 17/02/2011 09:34

Champions choc: cade anche laRoma

Dura poco meno di mezz’ora la rabbia giallorossa. Giusto il tempo di chiudere gli ucraini davanti alla loro area di rigore e brindare al colpo di testa vincente di Perrotta grazie alla colpevole deviazione di Rat. L’Olimpico sembra aver ritrovato la truppa di un tempo, ma il risveglio è un incubo. In appena 12 minuti, lo Shakhtar vola sul 3 a 1 senza la minima resistenza della difesa giallorossa: a segno vanno Jadson, Douglas Costa e Luiz Adriano.

Molti gli imputati fra i romanisti, moltissime le smagliature in una squadra che ha dato la netta sensazione di aver smarrito equilibri e furore. Inguardabile la posizione di una retroguardia che è andata a più riprese a spasso come se in gioco ci fosse la supremazia in una partitella in famiglia di metà settimana. E, qua, entrano in scena i demeriti di un allenatore, Ranieri, incapace di dare la scossa, o meglio, di impedire che dopo l’immediato pareggio ucraino la Roma perdesse la testa giocando all’arrembaggio come se la qualificazione ai quarti di si dovesse decidere nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo della sfida di andata. Dopo lo choc per i 12 minuti fatali, la notte dell’Olimpico è vissuta sulla reazione di Menez e soci, ma anche sui contropiedi da brivido dei ragazzi di Lucescu. Da applausi la magia di Menez (il francesino dopo uno slalom fra i difensori ha avuto l’abilità di telecomandare il pallone sotto l’incrocio dei pali), ma il verdetto premia il coraggio e la serenità di una squadra di nuovo in campo dopo due mesi di inattività per la sosta del campionato ucraino.

Nelle prossime ore il di Uncredit, Paolo Fiorentino, potrebbe varcare i cancelli del quartier generale di Trigoria per una visita con l’obiettivo di far capire alla squadra quelle che sono, e saranno, le mosse da qui all’atteso passaggio di consegne fra la famiglia Sensi e la cordata Usa. Ma, le prossime ore, serviranno soprattutto per decifrare il destino di Ranieri. Cambiare la guida tecnica è una opzione che nessuno vorrebbe prendere per non dare ulteriori alibi ai giocatori e, soprattutto, perché in una fase ancora di vuoto di potere è difficile immaginare chi possa imporre una mossa tanto radicale. Il rischio concreto, però, è che la Roma precipiti sempre di più e in questa ottica decisiva diventa la trasferta di domenica a Genova: un rovescio contro i rossoblù potrebbe far prevalere l’idea di affidare il gruppo ad un traghettatore.