La penna degli Altri 20/02/2011 11:59

Bombe sulla Roma

La Roma e i suoi giocatori sono stati avvertiti la sera prima. Un gruppo di 100-150 ultras, composto da tifosi romanisti di e Nord, si raduna puntuale nel bar accanto al . Due gli scopi: contestare l’attuale società e i giocatori, e sfruttare l’occasione del derby Primavera in programma alle 14 per creare altri disordini. Le transenne sistemate fin dalla mattina impediscono però di avvicinarsi al centro sportivo. Così i tifosi aspettano a lungo prima di agire. Alle 12.20 l’attacco. Un gruppetto si stacca dal «branco» e corre verso le transenne presidiate da polizia e carabinieri. Accendono bombe carte, lanciano sassi e bottiglie di vetro. Le esplosioni si ripetono (alla fine saranno in tutto più di venti) e le forze dell’ordine rispondono con un lancio di lacrimogeni. Poi parte la carica di alleggerimento con i manganelli, gli ultras vengono allontanati, arretrano di nuovo verso il bar e si sparpagliano nelle campagne circostanti. Il panico dura cinque minuti. Poi, gradualmente, torna la calma. Il risultato è tanta paura e due feriti. Uno per parte. Un agente del Reparto Mobile è ferito al polpaccio sinistro dallo scoppio di un petardo. Perde tanto sangue e viene soccorso dal medico della Roma Luca Pengue. Un tifoso è stato invece colpito al naso durante le cariche. Fa parte delle quattro persone fermate, una di queste viene poi arrestata per resistenza e violenza a pubblico ufficiale: si tratta di un uomo di 32 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio e gli stupefacenti. Contro di lui, il Tagliente emette e fa notificare un Daspo per la durata di anni 5 con la prescrizione di presentarsi a firmare all’ufficio di Polizia nei giorni e negli orari in cui si disputano le partite della Roma. Al vaglio la posizione degli altri tre fermati. Diversi altri ultrà sono accompagnati nei commissariati per essere ascoltati. Le immagini girate dalla Digos permetteranno di ricostruire con precisione quegli attimi di follia. Passata la grande paura, si pensa all’imminente derby Primavera.

C’è timore che l’arrivo del pullman dei ragazzi della Lazio possa scatenare altri incidenti. Per fortuna tutto fila liscio, ma le due società decidono comunque di far giocare la partita a porte chiuse nonostante la abbia dato il via libera al regolare svolgimento della gara. Restano fuori tutti, perfino i genitori dei giovani impegnati nella partita. Nel frattempo una delegazione di sette tifosi (non quelli coinvolti negli incidenti) viene accolta all’interno di Trigoria per un chiarimento. Parlano con i dirigenti Montali, Conti e Tempestilli, i giocatori Borriello e Riise e il Scala, in seguito si aggiungono anche il direttore sportivo Pradè e l’allenatore Ranieri che probabilmente non si è reso conto di quanto successo all’esterno. «La contestazione è un atto d’amore dei tifosi» ha appena detto in conferenza stampa. Il colloquio dura dieci minuti e gli ultras chiedono a muso duro chiarimenti sul momento della squadra e della società. Tutti i rappresentanti della Roma, visibilmente impauriti, promettono impegno a partire dalla gara di oggi a Genova e regalano delle magliette. Arriva il momento di trasferirsi all’aeroporto di Fiumicino. Il pullman della squadra viene scortato fino sotto l’aereo dalla polizia e seguito dall’alto con un elicottero. Anche in questo caso nessun problema. Il peggio è passato, la paura no