La penna degli Altri 11/01/2011 11:52

Totti vuole chiarezza, altrimenti medita l'addio

RAPPORTI TESI -  A , invece, sono bastati tre minuti per far parlare di se stesso. E non per una giocata, un assist o un gol, come spesso nella sua carriera gli è capitato. Stavolta del numero 10 si discute per 180 secondi che possono aver sancito una svolta epocale nella Roma: da domenica, il giocatore più forte della storia del club giallorosso è equiparato ad un 'signor chiunque'. La cosa sorprende, senza dubbio, un po' perché si sta parlando di un calciatore che nei suoi 17 anni di militanza a Trigoria ha battuto qualsiasi tipo di record in presenze e gol. E un po' perché a farlo è quell'allenatore che non perde occasione, almeno pubblicamente, d'incensare il capitano ogni volta che se ne presenta l'occasione. L'ultima è arrivata sabato scorso, durante la conferenza stampa: «Totti è al centro del mio progetto» la frase di Ranieri, prima di volare a Genova. Nessuno ha abboccato però. Per primo il calciatore che una volta sceso dall'aereo ha replicato in modo sibillino: «Se gioco o non gioco, tanto è uguale. Sono triste, ma solo a Trigoria, non fuori».

LAST-MINUTE - Contro la Sampdoria Ranieri ha inventato per lui un impiego last minute. Nella sua storia da calciatore, a era capitato solo con Mazzone (Roma- 1-0, allora 19enne sostituì in pieno recupero Balbo), un altro tecnico romano, di entrare a partita praticamente finita. Una decisione che ha sorpreso tutti, non solo il calciatore. Soprattutto per le motivazioni addotte dall'allenatore: «Un atto di stima» ha spiegato a partita conclusa. Ranieri, insomma, ha utilizzato l’ultima sostituzione solo in pieno recupero con un ritardo di almeno 8-9 minuti (il gol di Guberti arriva all'81'). Poi, ha continuato ad 'aggravare' la propria posizione, agli occhi del capitano, giustificando il suo impiego tardivo così: «Credevo che mancasse di più». E pensare che si era scaldato con gli altri compagni per gran parte della ripresa, per poi a cinque minuti dal termine della gara, visto che il tecnico non sembrava orientato ad effettuare sostituzioni, a rimettersi seduto in panchina. Nelle idee di Ranieri doveva essere l’uomo del recupero che però non c'è stato. Probabilmente solamente Rivera, dopo i 6 minuti all’Atzeca, il 21 giugno del ’70 nella finale Brasile-Italia del mondiale messicano, può capirlo.

CHIAREZZA - Ora il capitano giallorosso esige chiarezza. Dalla società, che a dir suo non ha mai preso negli ultimi tempi la sua difesa, e dal tecnico, del quale accetta le decisioni ma non quelle che lui considera mortificazioni. E' da tempo che stanno girando alcune voci su un possibile futuro lontano dalla capitale, destinazione States o Qatar. Francesco ha però ancora 4 anni di contratto con la Roma. Vorrebbe onorarli ma a patto che ci sia chiarezza a tutti i livelli, tecnici e societari. Soprattutto per togliere dalla testa di un campione che a settembre compierà 35 anni, alcune strane sensazioni. Un esempio? Che magari una Roma senza il suo oneroso contratto (34,4 milioni di euro divisi equamente sino al 2014) possa esser più appetibile sul mercato per un futuro acquirente del club. A Trigoria davanti a questa ipotesi negano inorriditi. Sarebbe allora il caso che qualcuno rassicuri