La penna degli Altri 12/01/2011 17:05
Totti spaventa Roma: Il mio futuro? Si vedrà, qui mi sento triste...
«Il bene della squadra viene prima di tutto...», in sintesi il messaggio consegnato dai dirigenti Conti, Montali e Pradè ai duellanti, una riflessione sigillata dalla stessa presidentessa giallorossa. Totti ha ascoltato in silenzio anche la versione dei fatti del suo allenatore con Ranieri impegnato a ribadire ciò che aveva detto urbi et orbi in tv («Non pensavo mancassero solo così pochi minuti alla fine della partita...»).
I faccia a faccia a Trigoria hanno avuto leffetto di una bolla di sapone se è vero che, due ore dopo i colloqui, Totti ha raccontato ancora una volta il proprio disagio. «Io - così lex Pupone - accetto tutto, le sostituzioni, la panchina...». Poi: «Sono dispiaciuto per essere entrato in campo come quando si vuole perdere tempo», così Totti. Un tempo che, per il capitano «ferito», sta per scadere. Il simbolo giallorosso lo ha fatto capire senza giri di parole («Un mio futuro lontano da qui? Prima pensiamo alloggi, poi si vedrà») disegnando il prossimo scenario. Totti non si sente al capolinea della sua vita professionale, al di là del contratto da 4,5 milioni di euro a stagione fino al 2014. Una certezza che coltiva senza ombra di dubbio, ma che dovrà percepire anche da chi gli sta a fianco. La Roma è in vendita, Ranieri appeso ad un filo perché difficilmente i nuovi proprietari lo convocheranno per il rinnovo del contratto in scadenza (la candidatura Ancelotti è sempre più forte con il tecnico testaccino corteggiato dal Liverpool). Così, al capitano romanista, non resta che aspettare gli eventi, se non proprio imminenti, quasi (al capitolo cessione del club non mancano le frenate). Tradotto: solo quando si consumerà il passaggio di consegne alla guida di Trigoria, Totti capirà se il nuovo corso lo considererà parte del progetto. Il giorno più lungo nel dialogo fra Totti e la sua città si consuma con una nota sul sito dellex Pupone che ha il sapore di voler raffreddare un ambiente in ebollizione. «A Trigoria sono triste, sì lo confermo», così Totti allora del tè. «La mia tristezza di questi giorni è dovuta al non riuscire a dare in ogni momento il mio contributo, ma un capitano non ammaina mai la bandiera», così parlò il capitano sul web allora di cena. Il caso resta aperto, anzi apertissimo: Totti non si è mai sentito così lontano dalla sua Roma. «Dico al mio capitano - così Rosella Sensi - anche se la famiglia Sensi presto lascerà la Roma, di pensare alle responsabilità che ci siamo presi insieme...». Responsabilità anche da dirigente, ma la nuova proprietà cosa dirà?