La penna degli Altri 28/01/2011 11:12

Quanti sciacalli sul tramonto dell’impero dei Sensi

scrive e si parla di una squadradi football,meglio di una società che è diventata il terreno di conquista di chiunque, di tutti, di troppi. Franco Sensi non c’è più, con lui la Roma, dopo gli anni ruggenti di DinoViola, ha trovato la stabilità, i titoli, la fama consolidata. Ma il conto è stato pesantissimo, alcune scelte di mercato

non hanno prodotto i risultati sperati e comunque non sono stati ammortizzati, i costi sono aumentati vertiginosamente, così come le richieste del pubblico, dei tifosi. Il presidente è stato così costretto a sacrificare una fetta grande del proprio patrimonio finanziario, accadimento quasi unico nello scenario calcistico italiano

laddove altre società hanno fatto ricorso a spericolate e ambigue operazioni di borsa o altre speculazioni, basti pensare ai casi della Lazio di Cragnotti o del Parma di Tanzi, per non dire di altre realtà anche di grandi club. La malattia e la scomparsa di FrancoSensi ha accentuato lostato di crisi, la figlia Rosella ne ha preso l’eredità, quella calcistica, in testa alla Roma mentre le banche hanno incominciato a bussare, approfittando della nuova realtà, di una situazione politico societaria più debole, di un cappio contabile che supera i trecento milioni di euro. Levoci di dentro,quelle cittadine, si sono fatte sempre più tossiche, la tifoseria giallorossa si è spaccata, i sensiani, puri e duri, quasi isolati, soldati giapponesi in trincea, hanno e cercano ancora di difendere tutti e tutto, compreso il cui contratto multimilionario rappresenta uno dei blocchi più rigidi anche per la popolarità unica, assoluta del capitano; quelli dell’opposizione, molte radio, alcuni giornali, hanno accentuato la loro battaglia di fronda e di critica, anche severissima, alla Sensi e all’allenatore Ranieri.

Si è arrivati alla svolta, gli asset di Italpetroli, la cassa della famiglia Sensi, sono passati a Unicredit, dunque la Roma calcio, tra gli insulti e i fischi («tornatene a Visso» urlava uno striscione ricordando il posto di origine dei Sensi), finisce la sua storia e incomincia la cronaca. Grottesca. Il miele attira le api, anchequelletravestite da benefattrici nel nomedi una «romanità» fasulla.

Ieri la magistratura romana ha emesso ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Vinicio Fioranelli e di Volker Flick, singolarmente residenti in Svizzera. Chi sono costoro? Semplicemente quelli che volevano comprare la Roma, che si erano detti pronti a rilevare il pacchetto azionario dei Sensi, che avevano pubblicamente annunciato che la loro società avrebbe rilanciato il club giallorosso, chesarebberostatiinvestiti fantamilioni per la campagna acquisti. Qualcuno aveva anche abboccato, Fioranelli è agente Fifa, figura ormai scomparsa, anzi abolita, nei quadri della federazione internazionale, Flick si presentava come un imprenditore voglioso di pubblicità e di grandi progetti calcistici. In quel tempo il titolo in Borsa della Roma ebbe un’oscillazione del 124 per cento, da qui il reato di aggiotaggio di accusa ai due. È un semplice dato di cronaca. Negli ultimi giorni Unicredit ha accelerato la sua attività di «sondaggio» anche negli Stati Uniti d’America, duedirigenti dell’istituto di credito sonoandati aNewYork per raccogliere proposte e piazzare il prodotto. Si sono fatti anche i cognomi dei compratori, gli americani a Roma, il partner dei Red Sox, il clubdi baseball, ThomasR. DiBenedetto e altri sodali della cosiddetta cordata, sostantivo che suona spesso come un gioco delle tre carte per incantare il popolo sognante.

Lo psicodramma continua, la Roma, intanto, gioca, vince, pareggia, perde, resiste a numerosi tentativi di imitazione e di aggressione, le voci si aggiungono ogni mattina, si accendono nel pomeriggio, si spengono a sera. Rosella Sensi osserva, con la scorta che la protegge dalle violenze e minacce, sua madre Maria assiste allo spettacolo miserabile di unsuk di mercanti e spacciatori di favole chenonsiferma, anzi si agita sempre di più. Per fortuna ogni tanto l’arbitro fischia e incomincia la partita. E qui nessuno può bluffare.