La penna degli Altri 20/01/2011 10:06

Mister derby: "Conta vincere"

Eppure - gli chiedono quando arriva in sala stampa - non mancano, di questi tempi, le critiche nei suoi confronti. Al punto da sembrare francamente eccessive. «Fa parte del gioco - risponde il tecnico. - Ma non mi chiedete il perché». È di poche parole, Ranieri, e come spesso gli riesce quando pure prova soddisfazione, maschera bene le emozioni. L’analisi della partita corre via facile. Sul perché abbia schierato Adriano dall’inizio, riservandosi di far entrare Menez e Vucinic nella ripresa, è presto detto: «Volevo vincere la partita. Per questo li ho nel secondo tempo. Pre-tattica? Niente affatto. Semmai, era un piano tattico, non pre-tattico. Perché alla vigilia non ho detto che avrei fatto giocare Vucinic e Menez, per poi smentirmi mettendo dentro altri al loro posto. Ho solo pensato alla gestione della gara. Che avrebbe potuto prevedere supplementari e calci di rigore. Semplicemente, come sempre, cerco di valutare come sta la squadra per poi regolarmi di conseguenza. Ed è andata bene». Un giudizio su Adriano? «Purtroppo non l’ho potuto vedere benissimo. Gli è uscita subito la spalla. Glie l’hanno rimessa a posto, lui ha stretto i denti e mi ha dato la possibilità di sostituirlo soltanto nell’intervallo».

Si torna a parlare di gioco. E a chi gli menziona Zeman, risponde altrettanto lapidario: «Quanti derby ha vinto? Per carità, anche me piace molto Zeman, ma non mi sembra che abbia vinto molti derby. Io cerco di far vincere la Roma. In Italia, non conta molto giocare bene. Perché se giochi bene e non vinci vedi dove ti mandano…». Le statistiche - gli fanno notare - dicono che, sia in Spagna che in Inghilterra, non ha mai perso un derby. Ranieri fa visibilmente gli scongiuri, ma dice: «Non sono scaramantico. E’ solo casualità. Non è una partita che preparo in modo particolare o più di altre. C’è già la à che ti soffia dietro». Un commento all’episodio del prepartita, che ha visto protagonista il pullman della squadra biancoceleste? «Il gesto del sasso è stato molto brutto. Chiedo scusa io per primo. Sono andato a salutare personalmente Manzini». Che gara si aspetta nei quarti contro la ? «Intanto, guardo a quella con il Cagliari. Ci hanno fatto cinque gol all’andata e ancora li sento tutti». Quanto a Simplicio, «Mi avete fatto cambiare idea. Grazie» dice rivolto ai giornalisti. «Io faccio giocare quelli che stanno in forma. E se all’inizio non giocava era perché non stava bene. Se avevo dato l’ok per l’acquisto è perché lo conoscevo. Io seguivo il calcio italiano anche quando ero al’estero». Reja ha detto che la Lazio ha giocato meglio. «Sì, è vero. Ha avuto più occasioni da gol, ma abbiamo vinto noi. Reja si augurava di giocare male e vincere. Invece, ha giocato bene e ha perso». Qualche cronista di fede laziale reclama il per Juan nell’episodio del rigore. «Zarate non era nel cono della porta - dice Ranieri. - Le spiegazioni dell’arbitro sono chiare. Lui andava dritto per dritto ma fuori e non nello specchio della porta. Per questo c’è stata ammonizione e non espulsione. Non lo dico io ma il regolamento».

LORO, I PERDENTI La Lazio ha perso il suo quarto derby di fila. Per Reja, si vede proprio che la Roma è un tabù. «È una costante», ammette con un filo di voce il tecnico della Lazio. Che poi proprio non riesce a trattenersi. È più forte di lui. Deve rosicare per forza. «La Roma contro di noi ha sempre degli episodi favorevoli. La buona sorte gira sempre dalla loro. Meritavamo miglior sorte, eravamo sempre più reattivi di loro. L’inserimento di Menez ci ha creato dei problemi. Ci può stare, ma se avessimo avuto più determinazione... Comunque, abbiamo disputato una buona prestazione. Ce l’abbiamo messa tutta. Tutti i ragazzi hanno fatto una prestazione oltre la sufficenza. Abbiamo trovato lo spirito giusto e la condizione. Dobbiamo continuare su questa strada». È stato decisivo il doppio errore di Radu: «No, ha sbagliato in un solo episodio. L’altro era colpa di Lichtsteiner. È questione di centimetri. Sul cross aveva le braccia alzate ed è venuto fuori il rigore. Ma la Roma ha avuto sempre degli episodi a favore che a noi non capitano». Aridaje col vittimismo. Ma si sa, in casa Lazio ce l’hanno nel dna. «Anche sul rigore di Zarate - piange l’allenatore - c’era fallo da ultimo uomo. Come succede spesso, le cose vanno sempre da una parte. Purtroppo». Sì, come no.