La penna degli Altri 20/01/2011 10:27
La Roma brinda in coppa
Ne aveva già assegnati due, uno per parte, entrambi limpidi, non sempre felici le sue decisioni, la Roma può lamentarsi per il secondo giallo non sventolato a Radu, già ammonito per un fallaccio su Burdisso. La Roma vince avendo giocato un solo tempo, la ripresa, dopo che le scelte del tecnico l'avevano condannata all'inferiorità numerica per metà gara, vedere Vucinic in panchina, con Menez, e Adriano in campo, è un oltraggio al gioco del calcio. Nella ripresa il montenegrino e il francese illuminano, ma la botta vincete è quella di Simplicio, bravo a sfruttare un rimpallo dopo avere a lungo latitato nel centrocampo operaio scelto dal tecnico.
Tra i laziali molti hanno giocato in netto progresso rispetto alle ultime di campionato, decisamente Reja avrebbe meritato miglior sorte, ma non riesce a sfatare la maledizione nel confronto con l'omologo giallorosso. Bene tra i romanisti Mexes e Brighi, un po' nervoso De Rossi, ma sono i nuovi entrati a determinare la svolta. Come al solito, Ranieri ha sorpreso tutti, centrocampo folto ma privato della qualità di nez, in attacco Adriano a fianco di Borriello, con tutta evidenza non è stato perdonato Vucinic, l'esclusione ha il segno del rancore ingiustificato. Una sorta di barricata, proprio come quella che Totti aveva criticato dopo la partita di Monaco di Baviera, ma pensare di lanciare in contropiede Borriello, e soprattutto il pachidermico brasiliano, sembra una impostazione folle. La Lazio, con Hernanes in campo a dispetto delle indicazioni della vigilia, ha prodotto più di un pericolo, la Roma ha retto in qualche modo senza apprezzabili segnali di reazione, centrocampo incapace di costruire, Borriello a battersi da leone, ma impietosamente isolato.
Reali occasioni da rete, in un primo tempo quasi inguardabile, pochine, forse la sola degna di citazione quella offerta da un'uscita a vuoto di Julio Sergio, lo stesso che però aveva opposto un grande riflesso a una conclusione ravvicinata di Kozak. Poi i cambi, la partita che sale di tono, dal dischetto Borriello per mani di Lichtsteiner, poco dopo dagli undici metri anche Hernanes, scomposto Juan su Zarate. La soluzione a metà ripresa, Simplicio fortunato sul discutibile rinvio di Radu, poi bravissimo nel piatto destro al'angolino, Berni nulla può opporre. Naturalmente, non poteva mancare le cortese concessione del proscenio al teppismo più bieco, accoltellato un giovane tifoso laziale, infranti i vetri del pullman della Lazio, ferito al volto Maurizio Mancini, team manager, al quale va un abbraccio affettuoso. Si sa che, giocando di sera, qualcuno è tentato di portarsi da casa le posate, o magari un sampietrino da lanciare. Ma le autorità responsabili hanno deciso che non ci fossero motivi per giocare nel pomeriggio: immancabile, ma soprattutto scontata, la smentita, gli esami non finiscono mai e si tratta sempre di bocciature. E così va in archivio un altro capitolo di questa manifestazione, che sembra ideata a gestita da un trust di cervelli, per altro con gravi problemi di funzionamento. Per tutta la lunga fase iniziale, onorata da maree di folla sugli spalti e da ascolti televisivi da record, erano i più bravi a giovarsi del premio garantito dalla classifica della passata stagione.
Quindi scontri ridicoli, vittime designate le squadre di serie inferiori e in seguito quelle della massima divisione, però tenacemente aggrappate al proposito di tenersi nel mirino la priorità della salvezza. Adesso si arriva ai quarti di finale e il mondo si capovolge, premiati non più i meriti, ma in sorrisi della fortuna. Sorteggio per le prime otto, in seguito al quale il Napoli diventa più bravo dell'Inter e la Juventus precede la Roma, a dispetto della classifica, il tutto per stabilire chi avrà il vantaggio di giocare in casa il quarto di finale, in gara unica. Se non altro, si offre un interessante oggetto di studio agli esperti dell'umana psiche. Oggi il Milan chiude la fase degli ottavi ospitando il Bari, se vincerà come è probabile attenderà la Samp, ci sono voluti dodici rigori per far fuori l'Udinese, una faticaccia.