La penna degli Altri 12/01/2011 08:36

Il capitano divide

Tuttavia c’è anche chi, come Roberto Pruzzo, non si sorprenderebbe di un finale diverso: «Dare un consiglio a ? E’ difficile, quello che vuole fare lo deve decidere lui da solo, senza ascoltare nessuno. E’ chiaro che se si sente ancora protagonista e ha voglia di giocare, deve prendere in considerazione – seppur a malincuore – la possibilità di terminare la carriera da un’altra parte. Capisco che è difficile, soprattutto per uno come lui molto legato alla à e alla maglia. Qualcuno però lo ha fatto, vedi Raul: quando si è sentito chiuso al Real Madrid (dove ha giocato, compresa la trafila nelle giovanili, per 18 anni con 550 presenze e 228 gol nella Liga, ndc) ha pensato bene di andare in Germania. Ma ripeto: è difficile dare consigli. Per quanto mi riguarda, quando non mi sono sentito più protagonista, dopo la parentesi alla , ho smesso di giocare». E non stiamo parlando di un calciatore qualunque. Pruzzo, infatti, con la Roma ha vinto uno scudetto, quattro coppe Italia, tre classifiche dei marcatori, segnato 106 gol e raggiunto la finale di Coppa dei Campioni. A lui, però, non è mai capitato di entrare in campo a tempo scaduto: «Forse perché mi conoscevano – ironizza – e sapevano come avrei reagito... Scherzi a parte, fosse capitato a me quello che è accaduto domenica a Francesco, mi sarei stranito e non poco».

Tocca a Spalletti dire la sua. In passato non sono mancate le discussioni tra lui e il capitano. Sulla querelle -Ranieri, però, il tecnico toscano preferisce entrarci in punta di piedi: «E’ chiaro che un po’ di rapporto con un calciatore del genere bisogna avercelo, ma in questo un allenatore esperto come Ranieri è sicuramente maestro, avendo allenato i più grandi club a livello europeo. Per cui lui saprà rispondere meglio di me». Sulla possibilità di vedere lontano da Roma, invece, ci crede poco: «Non credo a Francesco fuori dalla Roma. è la storia della Roma, sono convinto che sia una persona intelligente e saprà sicuramente interpretare questo ruolo di leader anche quando non verrà utilizzato. Ma attenti, bisogna andarci molto piano nel pensare che sia un giocatore finito perché ha i numeri per dare ancora tanto al calcio italiano nei prossimi anni. È un calciatore di grandissimo estro e qualità. E queste doti non te le può levare nessuno, anche se hai un anno in più sulla carta d’identità».