La penna degli Altri 11/01/2011 08:58
I sopportati speciali. Qualcuno non ama Del Piero & Totti
Lo stratega del Testaccio ha confermato un proprio limite già mostrato nella Juve: alla seconda stagione sbraca e non riesce a gestire le personalità importanti della squadra. Raccontano che Totti, ieri a Montecarlo per affari suoi, sia letteralmente imbufalito non soltanto per il gesto ma per la spiegazione data a fine partita. «Il mio è stato un segno di rispetto nei suoi confronti - ha rivelato lallenatore -. Gli ho detto: vai e vedi se riesci a salvarci con una giocata delle tue». Sono surrealità che in bocca a Liedholm facevano sorridere, in bocca a Ranieri suonano come una presa in giro e invogliano ai peggiori istinti.
Il problema però è più generale. E giusto che un allenatore e una società usino guanti bianchi e un particolare rispetto nei confronti di un giocatore diventato un simbolo oppure la logica dello sport e i notevoli patrimoni accumulati nella carriera da quei calciatori giustificano che li si tratti come gli altri quando il rendimento scema? Sono i dubbi che accomunano la storia di Totti nella Roma di Ranieri a quella di Del Piero negli ultimi sei anni con la Juve. Con Lippi e con Ancelotti, Alex era stato intoccabile, persino quando stava riprendendosi faticosamente da un infortunio devastante. Cominciò a metterlo in discussione Capello, che lo teneva spesso fuori dicendo «Mi ringrazierà perché gli allungo la carriera». Poi venne il sor Ranieri che, con leleganza testaccina dimostrata a Genova, disse di Alex che «se in campo deve andare chi ha un nome allora chiamo Boniperti». Infine è arrivato Del Neri, da sempre propugnatore dellegualitarismo. Con lui Del Piero gioca sempre meno dallinizio, a Napoli gli è stato preferito Amauri che non ne azzecca una da un anno e mezzo e quando, contro il Parma, la Juve si è trovata con un uomo in meno la scelta su chi doveva uscire è ricaduta su di lui. «Non ci speravo» ha detto il capitano, che ormai sceglie lironia.
Tutto è perfettamente legittimo e siamo dellidea che un grande campione, se non vuole rattristarsi nel tramonto, dovrebbe imitare Boniperti e Platini: a 32 anni, con ancora parecchio da dare al calcio, appesero le scarpe al chiodo. Alex di anni ne ha compiuti 36, Totti 34. Ma il problema resta in piedi: se non sono più i fenomeni di qualche stagione fa li si può trattare come gli altri o meritano un riguardo particolare per ciò che rappresentano e hanno dato? Come minimo hanno diritto alla chiarezza. Le frasi fatte, le finte iperboli, lostentazione di un rapporto perfetto diventano insopportabilmente insultanti quando le parole contraddicono i fatti. Sono pugnalate alle spalle e in questo la situazione di Totti è peggiore di quella di Del Piero: si capisce benissimo che gli elogi fuori luogo sono solo il modo in cui Ranieri cerca di non trovarsi troppa gente arrabbiata sotto casa, sapendo che a fine stagione lui farà le valigie mentre il capitano ha un contratto ancora lungo, oneroso e inspiegabile con la Roma .
Sarebbe molto più limpido e onesto affrontare la realtà e ammettere che ci si può dividere anche da quei giocatori simbolo che non servono più, come ha fatto Raùl con il Real Madrid. Adesso lo spagnolo gioca nello Schalke 04 e nessuno ne ha fatto un dramma. Attendiamo di vedere cosa farà la Juve ora che scade il contratto con Del Piero. La speranza è che in entrambe le parti prevalga la voglia di chiarezza e si infranga lequivoco che ci sembra si trascini da un po. Niente è più triste dellimpressione di un campione sopportato.