La penna degli Altri 07/01/2011 10:34

Benedetti tre

di serenità e di poesia a una partita, e persino a una vittoria, quasi schizofrenica, sicuramente nervosa. L’ultima immagine di un Roma-Catania strano, brutto,

intenso, emozionante, rabbioso, importantissimo, è la più bella, con la Sud che canta il suo e col che contraccambia indicando la sua stella.

 E’ con questo momento intimo, minimo, da presepe che s’è messo il punto su Roma- Catania. Anzi tre punti. Benedetti e subito, soprattutto nella giornata in cui la tracolla, la Lazio e il si ridimensionano e la classifica comincia a rassomigliarci. Tutto il resto non è noia, ma in discussione. E meno male. Perché a pensarci bene tutto quello che non ha convinto di ieri è esattamente quello che può confortare domani, in questo senso il primo gol sbucciato di Borriello - così simile a uno dei due di Delvecchio nel derby del 4-1 - è il riassunto della giornata: la Roma che non ha giocato bene è una squadra che ha vinto facendo quattro gol, e tre nel secondo tempo; Ranieri che ha sbagliato l’assetto iniziale ( influenzato più tre punte, con Simplicio e Taddei che tutto sono tranne che interditori, col centrocampo così scoperto che ogni tanto c’era Mexes a lanciare l’azione, mentre Menez andava fin quasi alla sua area a prendersi il pallone) ha indovinato tutti i cambi della ripresa: un campione del mondo, un ragazzino che ha dato l’esempio, e un giocatore che quando vuole è un Principe per davvero. Forse non è un caso che i gol sono arrivati con tutti i moschettieri in campo. Come a voler dire che per inerzia, per forza naturale questa Roma qui vince. Come un annuncio di destino. Paradossalmente, è nelle giornate come quelle di ieri che la Roma riscopre di avere una rosa che non ha mai avuto. Di essere forte. Insomma, se c’è l’ombra è perché c’è il sole, e anche una nuvola di pioggia ha i suoi contornid’argento. Alla fine quel che resta è un assist per il domani.