La penna degli Altri 26/01/2011 10:06
«Auguro alla Roma un futuro grandioso»
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FUTURO - Nel corso del programma durante il quale il presidente della Roma ha simpaticamente partecipato pure a quiz dove bisognava indovinare canzoni anni Ottanta, il numero uno giallorosso ha fatto brevemente cenno anche al prossimo futuro della Roma. Del resto con Unicredit in missione a New York, non si poteva non toccare largomento proprietà che è tornato prepotentemente a interessare la tifoseria romanista. Più che dare una notizia, la dottoressa Sensi a questo proposito ha voluto fare un augurio alla sua società: «Per la Roma spero in un futuro roseo, grandioso. Mi auguro che possa essere proseguito il lavoro fatto in questi anni». Stop, come è giusto che sia. Anche perché gli imposti ordini di riservatezza di Unicredit, pare siano stati così rispettati che neppure il presidente della Roma e il suoentouragesarebbero a conoscenza di nomi e cognomi (o gruppo) dei potenziali acquirenti con cui ieri i vertici dellIstituto Bancario proprietario della Roma si sono incontrati a New York.
PAPA - Nel corso della chiacchierata con Max Giusti, la dottoressa Rosella Sensi ha ricordato con la consuetadolcezza papà Franco e quello che ha voluto dire la Roma per tutta la famiglia da quando ne è diventata proprietaria: «Quando papà prese la Roma si presentò a casa e ci disse, che ne dite?. In realtà laveva già comprata. Da quel momento è stata stravolta la nostra vita. Papà la viveva come la sua passione, non solo come lavoro. Se la Roma perdeva, la domenica sera tutti a casa, zitti, a tavola, nessuno usciva. Solo dal martedì si pensava alla partita successiva. E stata durissima... Se la Roma vinceva, invece, grande cena, festeggiamenti e il lunedì potevamo chiedere qualcosa a papà. Da ragazzina ho avuto un fidanzatino, una cosa minima, della Lazio, a papà glielho detto solo dopo che era tutto finito. In curva non sono mai andata, ma perché papà non voleva, era una questione scaramantica, dovevamo stare vicino a lui. Avevamo la formazione tipo: mamma, papà, zia e noi figlie in ordine di voto scolastico. Papà era un grande comunicatore, era molto amato. Ho visto persone piangere come se avessero perso un padre. Negli ultimi tempi quando non stava bene era sempre molto contentoquandolosalutavano».
PRESIDENTE - Una parte della chiacchierata è stata anche dedicata al ruolo del presidente della Roma, una donna in un mondo da sempre monopolio degli uomini: «La prima volta che sono andata in Lega è stato con papà subito dopo aver vinto lo scudetto. Poi sono tornata e mi guardavano un po così, ero la figlia di Franco per loro. Ora le cose sono cambiate, si tratta di lavoro. Come tutte le mamme, riesco a conciliare il lavoro con il ruolo di madre. Nella Roma ci sono molte donne, i nostri calciatori devono rapportarsi con noi. Si sono abituati, comunque. Negli spogliatoi sono entrata più di una volta arrabbiata, ma lho fatto solo quando si erano tutti rivestiti... Nel calcio devo dire che cè troppa serietà, il calcio non può essere toccato, siamo tutti allenatori». Questa lavevamo già sentita.