La penna degli Altri 24/12/2010 09:55

Venditti: "Roma mia siamo sul treno giusto"

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - 
«La Roma, a Milano, ha preso l’ultimo “treno di certezza”». Usa la metafora ferroviaria, Antonello Venditti, per definire l’attuale situazione in casa giallorossa. Ma è ottimista, il cantautore romano, alla vigilia dei quattro concerti, tutti “sold out”, che terrà all’Auditorium tra Natale e San Silvestro. «Per adesso – dice – la squadra si è aggrappata all’ultimo vagone, ma noi tutti speriamo che possa pian piano risalire fino alla locomotiva». Per mettercisi alla guida, naturalmente, e arrivare alla destinazione che tutti i tifosi, e lui per primo, sognano. «La partita di Milano ha voluto dire presa di coscienza della propria forza. Mi auguro che tutto quello che non è successo l’anno scorso, dallo scudetto alla Coppa Italia e alla Supercoppa, possa realizzarsi quest’anno. I presupposti ci sono. E l’ottimismo mi deriva da più considerazioni. Innanzitutto, dall’avere tantissimi campioni: una bellissima squadra, che spero venga toccata il meno possibile a gennaio, tranne che per necessità. Non mi piacciono le polemiche su Doni o altri, che a mio parere lasciano il tempo che trovano. Ognuno ha le sue preferenze. Motivate anche dalle amicizie. E questo è umano. Almeno finché si resta nel campo del privato. Ma quando si sconfina nel pubblico, si crea uno scompiglio che non trova giustificazione. Preferisco pensare che la Roma è fatta di persone che si vogliono bene. Fa parte della logica dei sentimenti, che va al di là delle valutazioni tecniche, avere amicizie più intense e altre meno. Ma l’importante è che la Roma non ne subisca i riflessi negativi. Penso anche che quando il caso lo crea un giocatore, è assolutamente involontario, non avendo alcun interesse a crearlo. Sono semmai gli altri che lo fanno. Ancor più quando non si gioca, come adesso. E temo che la polemica durerà fino al 6 gennaio: già immagino tutto quello che dovremo sopportare! Un po’ come nel pre-campionato, quando, in mancanza di argomenti, ci si aggrappa a tutto».

Torniamo al treno: l’importante sarà non scenderne.

"Appunto. Ma io sono sicuro che tutto andrà per il meglio. Perché ho il conforto delle mie riflessioni. Intanto, il mio primo augurio, fraterno, va a . Il Buon Natale e il Buon Anno li faccio soprattutto a lui, che per me “è” ancora la Roma. E al presidente, Rosella Sensi. Parto dal capitano, che è un campione anche quando gioca a palline, perché per me lo è qualsiasi cosa faccia, per dire che, avendo lui sempre disputato gironi di andata ad altissimi livelli, accusando poi qualcosa verso i tre quarti del campionato, confido nel fatto che – anzi, ne sono certo - quest’anno Francesco farà un grandissimo girone di ritorno. Ci è mancato tanto in alcune partite, ma se, come penso, farà il “” che conosciamo, non ce ne sarà davvero per nessuno."

Veniamo a Rosella Sensi. Dal punto di vista societario, cosa ti auguri?

"Che lei faccia il presidente della Roma il più a lungo possibile. Rosella è una grande manager. E se potesse restare con quel ruolo, anche con un nuovo acquirente, ne sarei felice. Del resto, capita spesso che questa figura non coincida con quella di chi detiene la proprietà. E meglio di Rosella è difficile farlo. Sarebbe anche garanzia di continuità e stabilità. Spero infatti che non cambi tutto, anche sotto il profilo della gestione tecnica. Sarebbe un grave errore. Vorrebbe dire stravolgere un assetto societario, che ha invece fatto molto bene in questi anni."

Siamo quasi a metà del campionato. Quali sono i giocatori che ti hanno più impressionato in questa prima fase?

"Uno è Mexes. Mi ha colpito la sua grande forza e la sua capacità di reazione. Sono due anni che è sotto pressione, perché, anche senza volerlo, avverte la concorrenza di un terzo centrale. In un momento in cui viene anche fuori da una situazione personale non facile. Il secondo è Borriello, perché è sotto gli occhi di tutti. Ed è inutile che io aggiunga lodi a lodi. E poi, Menez. Che gioca ancora un po’ troppo con la testa bassa. Quasi automaticamente. Se invece proverà ad alzarla, vedrà – ad esempio – che la palla a volte può darla prima... Lui è uno che i mezzi ce li ha tutti per essere un fuoriclasse. In molti si chiedono a chi somigli. Per me, quando gioca in mezzo, può essere un nuovo Kakà. Anzi, Menez ha forse un accelerazione anche più forte. Gli manca solo un po’ di “sapienza”. Che non so dove si compri. Forse è solo questione di esperienza. Per finire, una parola anche per Vucinic, che a mio parere è uno dei più forti giocatori al mondo. Se starà bene, vale il discorso fatto per . Anche lui è mancato tantissimo, fatta eccezione – non a caso – per quelle due partite, contro Inter e Lazio, in cui ha fatto la differenza. E poi, Pizarro. Che mi auguro torni più forte di prima. Con la consapevolezza di essere un tassello importante di una cosa ancora più importante, che è la Roma. Ricordiamoci che siamo anche in Coppa dei Campioni (dice proprio così, ndr) ed è indispensabile che, quando servirà, ci siano davvero tutti."

Che è ciò per cui sta lavorando il tecnico.

"Di Ranieri e del suo staff tecnico posso dire non bene, ma strabene. E quando sento fare nomi di altri, trovo che vi sia una grande mancanza di rispetto per questo allenatore, che ha invece dimostrato di avere una forte capacità di gestione della squadra. Credo che un tecnico così, come uomo, la Roma non l’abbia mai avuto. Per correttezza, personalità e coraggio è un allenatore che, il giorno che andrà via – non avendo lui problemi a trovare altre squadre, essendo uno dei più apprezzati al mondo – ci mancherà moltissimo."

Per finire, le tue quattro date all’Auditorium?

"Una festa per Roma. Quattro concerti con quattro anime diverse. Non ho mai cantato a Natale e, forse, quello del 25 sarà anche quello più intenso. Gli altri porteranno gradatamente alla notte del 31. E quella sarà un’altra bella serata da trascorrere insieme. Scambiandosi gli auguri. Quelli che faccio anche a tutta la Roma, dal presidente fino a tutta Trigoria. E un augurio, sincero, va anche al Romanista."