La penna degli Altri 15/12/2010 11:06
Tante storie, con De Falchi nel cuore
La partita in oggetto sispirava probabilmente al MilanRoma del 5 aprile 1959, anche gli autori si erano prese alcune licenze poetiche (non arbitrò il signor Baralla di Livorno ma Annoscia di Bari, il cui nome, evidentemente non aveva lincedere imperioso, e non cera Bernardin, che pure nella stagione 1959/60 avrebbe militato nella Roma come centromediano). Passiamo ad un ricordo legato agli Anni 30 e precisamente alla trasferta del 25 settembre 1932. Dopo un ciclo positivo allo Stadio San Siro, la Roma in quella giornata conobbe una sconfitta sfortunata capitolando per 2-1. Il capitombolo maturato come abbiamo detto in maniera rocambolesca fece perdere le staffe anche al Dottor Fulvio Bernardini che, udite, udite venne espulso dal signor Turbiani di Ferrara. La motivazione dellespulsione a dire il vero era ineccepibile. Fulvio era stato travolto dal rosso-nero Kossovel ed era rimasto esamine a terra. Dopo essersi rianimato e aver recuperato lequilibrio necessario si era messo ad inseguire Kossovel restituendogli lo spintone. Nonostante la scena alla Ridolini alla fine della giornata, tra i tifosi romanisti e quelle del diavolo si era consumato un banchetto riconciliatore
sarebbe bello che la cosa si ripetesse, magari a risultato invertito. Abbiamo voluto iniziare questo ricordo delle trasferte milanesi con un sorriso, e proseguire con una nota prettamente "storica", ma purtroppo, a Milano si sono consumati anche momenti di tragedia che sono legati alla memoria di ciascun tifoso della Roma e certamente di tutti coloro che amano il calcio e aborriscono ogni forma di violenza. Ci riferiamo, naturalmente alla tragica morte di Antonio De Falchi, assassinato mente si apprestava a raggiungere lo stadio. Era il 4 giugno 1989, quando Antonio, diciannovenne, dopo aver acquistato il biglietto, si recava al cancello 16 per fare il suo ingresso a San Siro. Una trentina di teppisti lo assaltano e lo pestano selvaggiamente. Quando la notizia arrivò in tribuna Gaetano Giuffré, meglio conosciuto come Maracanà reagì come ebbe modo di raccontare nelle pagine del libro Forza Roma daje Lupi: «Un signore in giacca e cravatta, alle mie spalle, saputa la notizia dellannullamento dellesposizione di una coppa vinta dal Milan, arrabbiatissimo disse: Eh, per un c...o di marocchino che è morto non ci fanno vedere la coppa. Quella fu lunica volta che persi il lume della ragione, presi quel signore per la cravatta e cercai di tirarlo giù, con un amico che mi teneva il braccio. Gli dissi: (
) Ma che gli insegni a tuo figlio che sta magari nella Curva?
Ad ammazzare le persone. Lamico mi convinse ad andarmene e mi misi su uno scalino da una parte, con le mani che mi tremavano. Quando ebbi loccasione di parlare con lingegner Viola, gli dissi: Presidente, mi deve scusare, purtroppo ho perso la calma, stavo dietro di lei, avevo avuto il biglietto, ho sbagliato. Si, hai sbagliato due volte
Purtroppo lo volevo menare
. E lì che hai sbagliato la seconda volta: non lo hai fatto!». Oltre questo episodio, il ricordo di Antonio è sempre vivo nel cuore di ognuno di noi.