La penna degli Altri 15/12/2010 09:41

Soffiò il posto a Curci nel derby. Tre coppe in bacheca, poi...

PARABOLA - In fondo Doni è come se ripartisse proprio da lì, dalla stagio­ne 2007/08, l'ultima felice per lui in maglia giallorossa. La stagione del­lo scudetto sfiorato e sfumato solo negli ultimi minuti dell'ultima gior­nata di campionato a Catania. Una stagione che lo vide protagonista in 37 partite su 38 in campionato e in 9 su 10 in . Solo le briciole al suo secondo Gianluca Curci e niente a un Julio Sergio che era ancora “il miglior terzo portie­re d'Italia”. Era ancora la Roma di Doni quella. Una stagione che gli consentì di presentarsi con carte e credenziali importanti al tavolo del rinnovo contrattuale che gli triplicò lo stipendio e lo legò alla Roma fino al 2012. Doni e la Roma non poteva­no immaginare che qualcosa si sa­rebbe incrinato.

CREPE - La stagione 2008/ 09 Doni partì ancora da numero uno, ma né lui, né la squadra riuscirono a ripetere la splendida cavalcata che li ave­va portati a un passo dal trionfo. Per il brasilia­no poi erano alla porta tutta una serie di guai fisici che ne compro­misero il rendimento: problemi al­la spalla, ma ancor di più i proble­mi, ormai diventati cronici, a un ginocchio. Una stagione vissuta sul dolore. Una stagione disputata tut­ta stringendo i denti e conclusa con l'operazione ad Anversa da parte del professor Martens. L'ul­tima partita ufficiale il derby con­tro la Lazio perso 4-2. E' lì che in fondo si può fissare la fine della storia di Doni protagonista tra i pali della porta giallorossa. Finì quell'11 di aprile proprio da dove era iniziata, ovvero da un derby.

ESORDIO - Tre anni prima, 23 ottobre 2005, Roma-Lazio 1-1. Fu quella la partita che fece scoprire Doni ai ti­fosi romanisti. Fu quella la partita in cui spodestò Gianluca Curci dal ruolo di titolare. Nella partita più difficile Doni dimostrò di es­sere un portie­re da Roma, nonostante fosse arrivato d'estate senza troppi clamori, anzi quasi un perfetto scono­sciuto al panorama calcistico italia­no. Doni fu scelto con lungimiranza dalla Roma, ma Doni scelse la Ro­ma pagando di tasca propria le po­che migliaia di euro del proprio cartellino. Investì su se stesso Doni e investì bene portando il suo ingag­gio nel giro di pochi anni da poche centinaia di migliaia di euro ai 4 mi­lioni lordi a stagione di oggi. Un in­gaggio elevato che nei mesi scorsi ha rappresentato un ostacolo al di­vorzio tra lui e la Roma, un ostaco­lo alla fine della storia. Una storia che sabato sera potrebbe vivere una nuova, inaspettata, puntata.