La penna degli Altri 02/12/2010 09:49

«Sciopero? C’è ancora tempo...»

margini per trovare un accordo è il presidente dell’Aic, Sergio Campana, che ieri, a 24 ore dalla rottura definitiva con la Lega, ha lasciato capire che non è ancora detto che tra due week end si rimanga senza pallone. Una decisione che interessa tutti i tifosi, quelli della Roma in particolar modo. Perché dallo spostamento o meno della partita con il Bari (prevista proprio il 12 dicembre) dipende anche la data di disputa del derby di Coppa Italia.

Per il quale non è stata ancora fissata una data esatta. tre erano le alternative

possibili: il 15 dicembre, il 12 gennaio, il 19 gennaio.
La prima non è praticabile perché solo 3 giorni dopo la Roma andrà a San Siro per il match contro il Milan che può decidere il destino del campionato giallorosso. Il 12 gennaio non piace invece alla Lazio. Rimarrebbe, dunque, il 19. Che è però proprio la data in cui si potrebbe recuperare la giornata di campionato dello sciopero. Sempre che ci sia. Perché, come detto, Campana (e anche Abete «Bisogna lavorare per evitare lo sciopero ») ha aperto uno spiraglio alla trattativa. Proprio nel giorno in cui l’Alta Corte del Coni, dopo le audizioni di Lega e Aic, ha preso tempo riservandosi di fornire il parere richiesto dalla Federcalcio sulla controversia che divide club e sindacato giocatori sul rinnovo del contratto collettivo. Uno spiraglio che non significa che i calciatori facciano marcia indietro. Campana ha infatti ribadito il "no" dell’Aic all’ipotesi di un commissario "ad acta" ed ha risposto duramente alle critiche ricevute dal presidente del Coni Petrucci: «Non l’ho mai sentito dire qualcosa nei confronti della Lega».

Intanto il fronte dei calciatori si divide. Da un lato ci sono quelli ancora fortemente favorevoli allo stop come Donadel, Miccoli e Lucarelli «Sono nato in una famiglia di operai portuali. Conosco le difficoltà di tutta questa gente, e anche quella dei miei colleghi che prendono 1.100 euro al mese e spesso non vedono uno stipendio per mesi. I parlamentari? Credo siano gli ultimi a poter far discorsi sui privilegi»). Dall’altra ci sono quelli che non sono d’accordo. Come Buffon, uno dei fondatori dall’Anc (il nuovo sindacato dei calciatori) e Giorgio Chiellini. Il «Ritengo che lo sciopero sia una forma di protesta molto estrema e quindi da usare in casi assolutamente eccezionali. Esistono sicuramente altre forme di protesta altrettanto efficaci e significative.

Margini per trovare un accordo? Credo sempre che il dialogo sia la cosa migliore per poter costruire un futuro migliore per il nostro calcio.
Mi auguro che, nel momento in cui ci troveremo noi dell’Anc, l’Associazione Italiana tutto si possa risolvere nel migliore dei modi, anche perché, visto il periodo critico e delicato che attraversando il nostro Paese, il calcio avrebbe l’opportunità di dare quei 2-3 giorni di gioia

 Ancora più netta la posizione di Chiellini: «La passione dei tifosi è la base di questo sport. Mi auguro che si trovino altri strumenti per proseguire il confronto sul rinnovo del contrattocollettivo». Sulla questione è intervenuto anche il ct azzurro, Cesare Prandelli: «Tutto il mondo del lavoro sta cambiando a 360 gradi, i diritti sono diritti. Nel caso del calcio ci sono persone che stanno cercando di trovare una soluzione e io credo che alla fine prevarrà il buonsenso».