La penna degli Altri 16/12/2010 10:30
Maldera: «A Milano a viso aperto»
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A Roma, Maldera ci arrivò nellestate
dell82, quando doveva ancora compiere ventinove anni.
"Fu Liedholm, che era stato il mio maestro al Milan con lui vincemmo lo scudetto della stella, e io ero il capitano a chiedermi se me la sentivo di trasferirmi qui. Fu in occasione della partita tra Milan e Roma che giocammo
sul campo neutro di Verona, a poche giornate dal termine. Vinse la Roma 2-1, gol di Falcao e Pruzzo. Era una bella Roma, quella, mentre noi ci apprestavamo a tornare in B, dopo esserci già stati un paio danni prima. Ma se nell80
la retrocessione era stata conseguenza del calcio scommesse - eravamo arrivati terzi - quellanno fu solo per demeriti sportivi. Ricordo che, uscendo dal campo, sconsolati come eravamo, salutammo Nils Liedholm. Fu lì che mi propose di seguirlo a Roma. Non mi ero mai mosso da Milano, dove avevo giocato dieci campionati, ma ricordo che gli dissi: Mister, se cè lei, vengo. Tre anni importanti. I primi due con Liddas e il terzo con Eriksson. Importantissimi. Perché quando vinci uno scudetto, una Coppa Italia e arrivi in finale di Coppa dei Campioni, non puoi dire che non lo siano. Con una squadra che mi ha divertito tanto e avrebbe anche potuto vincere qualcosa di più."
Il rammarico per non aver potuto giocare quella finale con il Liverpool, colpa di un giallo nel ritorno con il Dundee.
"Il rammarico era anche di Liedholm. Che, come si sa, era molto scaramantico. E poi, a quei tempi non potevi contare su grandi organici. Si era in quattordici, più qualche Primavera. In quella Coppa andava in campo sempre la stessa formazione, o quasi. E io, che le avevo giocate tutte, saltai proprio quella decisiva. Fu comunque un anno straordinario, in cui feci anche 6 gol. Uno proprio contro il Milan. Lanno prima non lo avevate incontrato, perché era in B. Ma, nell83/84, con lo scudetto sulle maglie, lo batteste allOlimpico 3-1. Segnai quel gol (gli altri di Vincenzi e Falcao, ndr) ma presi anche un palo. Feci bene tutto lanno, mentre nella stagione precedente, ero andato bene soprattutto nel girone di andata."
Torniamo a quel primo anno. Come fu il suo impatto con la Capitale?
"Venivo da Milano ma con umiltà. Nel mio ruolo giocava un grande campione come Nela, mentre la squadra aveva sfiorato lo scudetto con quel famoso gol di Turone
Liedholm mi fece giocare titolare fin dallinizio, spostando Nela in mezzo o a destra. E questo mi ha aiutato molto. E poi, quando vinci, ma soprattutto ti comporti bene, raccogli immediatamente la simpatia dei tifosi. E la fiducia dei compagni. Ricordo che feci subito un gol a Ipswich, che ci valse il passaggio del primo turno in Coppa Uefa, e già questo mi spianò la strada. A Roma, insomma, sono stato benissimo. In una squadra di giocatori eccezionali, da Ancelotti a Falcao, da Conti a tutti gli altri. E il pubblico mi ha apprezzato, credo, anche per lesperienza che avevo e la capacità di farmi voler bene. Milano mi ha insegnato molto, ma Roma, se da calciatore la vivi in maniera giusta, da professionista serio, è una città che ti può dare tantissimo."
Il terzo anno incontraste un Milan che era però di nuovo di Liedholm. Che aveva portato con sé Agostino Di Bartolomei. E perdeste entrambi i confronti.
"Fu però un bel ritrovarsi. Il mister avrebbe voluto portare anche me. Ma lo stesso Eriksson mi chiese di restare. Si stava però cambiando registro. Falcao si fece male al ginocchio, alcuni di noi erano già andati via. Era insomma un calcio che si stava trasformando, con la legge 91. E io avevo ormai 32 anni, che per quei tempi non erano pochi. Lanno successivo passai alla Fiorentina, per due stagioni, prima di smettere."
Come lei, cè oggi un giocatore, come Borriello, che ha fatto un percorso analogo.
"Lui sta facendo benissimo. E uno che si sa inserire tra i quattro difensori avversari. Fa gol, anche importanti, e lo vedo molto motivato. Direi felice di giocare in questa squadra, che, pur tra alti e bassi, è a mio parere tra quelle che possono ancora puntare allo scudetto. Un passaggio obbligato, in tal senso, è proprio la sfida di sabato con la squadra rossonera. Il Milan è effettivamente cresciuto. Con quellIbrahimovic che sta facendo la differenza. E una bella coppia centrale con Nesta e Thiago Silva. Un centrocampo valido e un Robinho in ripresa. Ma la Roma, nonostante le critiche e gli errori commessi, sta facendo un buon calcio. A mio parere, le due squadre si assomigliano, perché puntano entrambe sulla qualità e la tecnica. Sono partite, queste, che la Roma può affrontare a viso aperto. E non mi sorprenderei se mettesse seriamente in difficoltà il Milan, anche se dovrà fare attenzione a quel reparto avanzato, che se ti distrai può castigarti. Personalmente, mi giocherei la tripla."