La penna degli Altri 12/12/2010 09:18
Iorio: «A Roma il trionfo Bari è la mia vita»

«E' una pugnalata al cuore, nel vero senso della parola. Sono seriamente preoccupato e dispiaciuto. Questa è la pura e santa verità. La vedo dura, al di là di tutti gli episodi sfavorevoli, di tutti gli infortuni che hanno influito negativamente sulla squadra e sulla classifica».
La salvezza un miracolo?
«Un miracolo no perchè il campionato è ancora lungo. Mancano ventuno giornate, però il Bari deve finirla di pensare agli infortuni, agli arbitri e cercare di fare punti. Mai come in questo momento ci deve essere una compattezza totale, assoluta, fra tutte le componenti della città. La serie A per Bari è un volano troppo importante, un patrimonio assolutamente da difendere».
Come è possibile che il Bari dei miracoli si sia liquefatto?
«E' una spiegazione difficile da dare. Concordo pienamente con Ventura quando dice che ha influito l'eccesso di sicurezza da parte di molti giocatori, forse un po di presunzione all'inizio. Sicuramente i tantissimi infortuni hanno penalizzato notevolmente la squadra anche perchè ha colpito i giocatori base. Non è tanto l'infortunio in se stesso. Il giocatore infortunato ha bisogno di tempo per rimettersi in forma. Almiron che è un giocatore di straordinario livello non è mai riuscito a tornare in forma perchè è sempre caduto in piccoli infortuni che gli hanno fatto perdere il ritmo, il passo. Quando ci si ferma per un mese e mezzo ci vuole un altro mese per essere al passo dei compagni ».
E' anche un Bari con troppi trentenni.
«Probabilmente avrebbe dovuto pensare un po' di più a tutelarsi. Quando hai una squadra di scattisti come Barreto, Rivas, Alvarez, devi mettere in preventivo che gli infortuni muscolari possono essere all'ordine del giorno. Se esce Barreto si spegne la luce nel Bari. Rivas è sempre stato soggetto ad infortuni. Bisognava trovare un sostituto all'altezza. Ma ora più che mai servono unione e compattezza».
Il calendario è da brividi: la Roma, poi il Palermo.
«E' dura, ma il calcio riserva sempre delle sorprese. Puo succedere di tutto. Non bisogna partire battuti».
Roma-Bari che partita è?
«Il Bari va a giocare contro una grandissima squadra arrabbiata e affamata. La Roma ha perso una grande occasione contro un ottimo Chievo, però il Bari deve cercare di recuperare prima possibile quella convinzione che ha smarrito».
Dove va rinforzato?
A gennaio non è facile trovare giocatori che possano fare la differenza. E' un dato di fatto inconfutabile. Recentemente nel Bari solo Guberti riuscì a dare la svolta. Però servono almeno tre rinforzi, uno in ogni reparto. Non solo attacco e difesa, ma anche sulla fascia. Poi logicamente occorre valutare l'entità degli infortuni ».
La salvezza è una lotta a quattro?
«No, a quattro no. Credo che ci saranno dentro anche altri. Sarà una lotta a cinque, massimo sei però bisogna svegliarsi».
Come finirà questo Roma-Bari?
«I favori sono sicuramente tutti per la squadra di Ranieri. Però quando si scende in campo si è undici contro undici. Bisogna giocarsela. La partita è aperta, ma la Roma parte favorita ».
Il ricordo più bello della tua prima stagione romana?
«A Roma ho avuto la fortuna di vincere lo scudetto. Credo che sia una cosa che poche persone possano fregiarsi, ma poi vincerlo con quella Roma è stato un sapore unico, irripetibile».
Bari?
«Bari è tutto per me. Bari mi ha dato veramente tanto e continua a darmi tanto. Gli sarò sempre grato per tutta la mia vita. Questa è la pura e semplice verità. Non è retorica».