La penna degli Altri 29/12/2010 09:38

Il sorpasso, la delusione e l’arrivo dell’Imperatore


di giallo-rosso. Sono in tredicimila, forse anche di più, coloro che arrivano in Puglia con la speranza di vedere la Roma continuare nella sua meravigliosa rincorsa. La dea bendata, per l’occasione, ha privato Claudio Ranieri di Menez e Perrotta, entrambi squalificati, ma d’altro canto, si può registrare il rientro di da titolare (contro l’Inter, la


settimana prima, aveva giocato gli ultimi minuti) che per la prima volta potrà giocare a fianco di Luca Toni. Nella vigilia si registra anche il delirio di Mourinho che ritiene opportuno lamentarsi del fatto che la sua squadra sia costretta a lottare «contro tante cose». Ranieri gli risponde da par suo: «Mourinho deve stare sereno, capisco la sua tensione ma stia tranquillo. Contro

di noi l’Inter avrebbe potuto subire delle espulsioni, penso al fallo di Chivu su Toni».

E avrebbe anche potuto continuare, il nostro allenatore, magari ricordando al tecnico portoghese il doppio fuorigioco sull’azione del gol dell’Inter e il rigore per fallo di Julio Cesar su Brighi incredibilmente non concesso nel finale da Morganti.

A Bari, intanto, la Lupa passa in vantaggio con Vucinic mentre l’ Inter non è ancora riuscita a sbloccare il risultato con il . Per dieci minuti dunque la Roma ha operato virtualmente un sorpasso che solamente tre mesi prima sarebbe sembrato assolutamente inconcepibile. Per passare dal sorpasso virtuale al sorpasso reale occorre attendere solo sette giorni. E’ l’11 aprile del 2010, un giorno che i tifosi romanisti


scorderanno difficilmente. Il momento è delicatissimo, lo fotografa con una dichiarazione concessa


alla televisione spagnola: «Vincere uno scudetto a Roma è come vincerne dieci nel resto d’Italia. A Roma tutto

si sublima». Ranieri incita invece i suoi ad azzannare la preda (l’Inter ), dopo averle fattosentire più volte il proprio fiato sul collo. Insomma, la posta in palio è alta e questo fattore, oltre a trasmettere stimoli a vagonate, rischia anche di creare dei freni psicologici. Anche perché i giallo-rossi conoscono già il risultato della gara dei nerazzurri che nell’anticipo non sono andati oltre il pareggio con la .

Il risultato ha aperto il cuore alla speranza di tanti romanisti, che la domenica mattina si sono svegliati e sono andati a comprare il biglietto della partita. A fronte di una prevendita fiacca, fino al sabato, lo stadio infatti è quasi pieno. Alla resa dei conti, per mezz’ora la Roma strapazza i bergamaschi rifilandogli due reti. La prima di Vucinic e laseconda di Cassetti. A questo punto inizia però la sofferenza, il romano Tiribocchi accorcia le distanze, si divora il gol del pareggio e a una manciata di minuti dalla fine tenta una rovesciata a porta sguarnita che lascia i romanisti con il fiato sospeso, neanche si stesse girando una scena di Matrix. E’ il pubblico dell’Olimpico a soffiare via il pallone. Alla fine, però, arrivano la vittoria e il primo posto in classifica. A cinque giornate dal termine i nostri sono al comando con 68 punti, un numero che è sempre stato sinonimo di cambiamento e che anche nel calcio impone una rivoluzione sportiva. L’apoteosi continua con il derby del 18 aprile. Servirebbe un libro solo per raccontare questa sfida. Da mesi, da anni, anzi da sempre, lo scopo della Lazio è solo quello di mettere il bastone fra le ruote alla Roma, l’intento sembra per una volta riuscire. I bianco-celesti giocano meglio, trovano il gol con Rocchi al 14’ e costringono Ranieri a cercare un’alchimia tattica nuova lasciando negli spogliatoi e . Una cosa è certa, il tecnico non ha paura di prendere anche le decisioni più impopolari. Dopo 45 secondi dall’inizio della ripresa Tagliavento concede un calcio di rigore agli uomini di Reja. Julio Sergio dice no a Floccari e la Lazio espone il cartello "Game Over" sulla sua partita, sulla sua annata, sulla sua storia.

Vucinic prima pareggia su calcio di rigore, poi fa detonare un calcio di punizione che esplode nella rete che Muslera non può neanche provare a difendere. e , direttamente dalla panchina, sono i primi ad andare ad esultare sotto la Sud. La gioia immane, indicibile del derby, viene attenuata dalla tragedia del secondo tempo disputato contro la Sampdoria il 25 aprile. La Roma è reduce (quantomeno in qualcuno dei suoi titolari) dall’impegno nella semifinale di ritorno della Coppa Italia, disputata a Udine, il 25 aprile. La stanchezza dell’impegno infrasettimanale e soprattutto quella dell’infinita rincorsa, viene pagata con le due reti di Pazzini. Una partita maledetta, una delusione paragonabile al Roma- Lecce del 1986, con la formazione giallorossa che gioca un gran primo tempo, va in vantaggio con , manca almeno 4 volte l’occasione del raddoppio ma alla fine perde 2-1. Oltre al danno, anche la beffa. Il giorno dopo si scopre che l’arbitro dell’incontro, tale Damato da Barletta, è un noto tifoso interista, notizia che lui stesso non ha ancora smentito. L’immagine che fa più male al cuore è quella delle lacrime diMexes, inconsolabile a fine gara. La squadra comunque troverà ancora la forza ultraterrena di reagire alla delusione vincendo a Parma (una partita epica combattuta dagli emiliani all’arma bianca, eppure non si stavano giocando praticamente nulla), domando il Cagliari in casa ed espugnando Verona all’ultima giornata. E’ tutto inutile, anche perché la Lazio permette ai lombardi di disputare un campionato che annovera 37 gare ufficiali e un’amichevole. La Roma, dunque, chiude il torneo al secondo posto con 80 punti a due lunghezze dai paladini del presidente Moratti e della folla bianco-celeste. E’ vero, come dichiarato al mondo dai tifosi che invadono Verona il 16maggio che chi: “Tifa Roma non perde mai”, ma è anche vero che il campionato 2009/10 va in archivio con una delle più grandi ingiustizie della storia del calcio italiano. La Roma di Ranieri è stata protagonista di un’impresa e di una rimonta epica, probabilmente irripetibile, che meritava di essere coronata dal successo finale. In questo contesto poco più di una nota a margine la finale di Coppa Italia del 5 maggio che vede il successo degli ospiti con la rete del solito Milito. Mourinho continua a farsi notare per le sue provocazioni e dove non può arrivare lui, in campo, arriva Balotelli, sul quale sfoga la sua rabbia nel finale.



Resta il dato di fatto che vede la Roma capace negli ultimi dieci anni di conseguire un numero di 7 piazzamenti da podio, quando nel resto della sua gloriosa storia ne erano stati collezionati 11. I tifosi sono consapevoli di questo e per ringraziare la squadra il 26 maggioinvadono in 1500 Trigoria in occasione dell’ultimo allenamento stagionale. Ranieri, e gli altri giocatori incontrano la propria gente e Claudio Ranieri prende la parola per un saluto: «Ringrazio tutti voi tifosi che siete venuti qui. Il vostro valore in questa stagione è stato straordinario. E’ stato molto importante l’ apporto dato da voi tifosi. L’obiettivo del prossimo anno sarà quello di superare gli 80 punti, non sarà facile ma con il vostro aiuto possiamo farcela. Ci proveremo insieme. Qui nessuno si arrende». Il 2 giugno, intanto viene annunciato l’acquisto di Simplicio e il 9 dello stesso mese Adriano viene presentato al Flaminio. Il mercato riserva anche il solito guazzabuglio d’indiscrezioni, tra queste, ricorrente, quella sulla cessione di . Il campione del Mondo, dal ritiro della Nazionale il 18 giugno dichiara: «Non è cambiato nulla rispetto a quello che ho già detto, solo due giorni fa la presidentessa ha ribadito che non accetterebbe nessuna offerta».