La penna degli Altri 27/12/2010 09:18

Il grande flop

Dinho, 20 golletti striminziti in campionato con la maglia rossonera, stipendio da 6,5 mln di euro netti (sponsor esclusi) a stagione, verrà ricordato più per le sue scorribande notturne nelle discoteche di Milano, addobbato come un rapper in cerca di gloria, e per la sua panzetta da cummenda che per le magie regalate al “Meazza”. Nelle ultime settimane era diventato anche la riserva di se stesso e così, con il contratto in scadenza e un Cassano di troppo nello spogliatoio, ha deciso di cambiare aria. Anche se la sensazione netta di chi frequenta il Mondo Milan è che, in realtà, abbiano deciso di fargli cambiare aria.

Un po’ quanto sta accadendo a un brasiliano atipico (gioca, per modo di dire, con l’Italia...) che si chiama Amauri Carvalho de Oliveira, cioè Amauri. Il suo primo anno alla è stato discreto, il secondo un mezzo schifo mentre gli ultimi mesi sono stati letteralmente disastrosi, al punto che la dirigenza torinese sta cercando in tutte le maniere di sbolognarlo, anche per rientrare in qualche maniera dei tanti (troppi...) euri spesi per portarlo via da Palermo. Compito complicato assai, però.

Simile a quello che tocca alla Roma non solo con Julio Baptista, ma anche con Cicinho. E a Trigoria stanno tirando un enorme sospiro di sollievo per la (parziale) rinascita di Adriano... La Bestia guadagna come un fuoriclasse ma ha un rendimento inferiore a quello di un impiegato comunale col vizio del calcetto il giovedì sera con gli amici. A forza di giocare più a golf che a pallone, ha smarrito la strada della serie A. Il problema (per la Roma) è che JB non ha l’appeal di un Ronaldinho: ecco perchè a Trigoria, questo si dice, stanno seriamente pensando di mollare due bidoni, ehm... due fustini in cambio di un solo assegno, con Cicinho come allegato gratuito di Baptista.

E se in Italia si versano lacrime e euro, in Spagna, per la precisione a Madrid, non si campa a colpi di risate. Domanda: ma Ricardo Izecson dos Santos Leite, detto Kakà, acquistato dal Real Madrid nell’estate dello scorso anno dal Milan in cambio di 67,2 milioni di euro, che fine ha fatto? Con le merengues ha segnato la bruttezza di 9 reti, al “Santiago Bernabeu” non entra più neppure con la tessera del tifoso e Josè Mourinho lo confonde sempre più spesso con Ruben Gago, che pure gli somiglia poco. Va bene la pubalgia, va bene pure il ginocchio che scricchiola, ma a tutto c’è un limite. Eppure c’è chi è (sarebbe) pronto ad accogliere Kakà a braccia aperte: l’Inter. Magari per rinverdire i vecchi fasti morattiani legati ai nomi dei suoi connazionali Vampeta o Gilberto...