La penna degli Altri 07/12/2010 09:57

Faty: Phil e Jerry vi riporteranno in alto

Ventiquattro anni compiuti ad agosto, l’ex centrocampista giallorosso da quest’anno gioca in Grecia, nell’Aris Salonicco. Non è più un giocatore della Roma perché «la società mi ha lasciato il cartellino, ma nel contratto ho una clausola che favorisce la Roma, se volesse riprendermi, in caso dicessione dal mio attuale club», ma segue sempre le vicende della squadra in cui sognava di imporsi «e di diventare un grande campione».

La Roma mise gli occhi su di lui quando se lo ritrovò di fronte in una partita di Coppa Uefa. Era il 24 novembre del 2005 e all’Olimpico lo Strasburgo, società dalla quale proveniva appunto Faty, creò non poche difficoltà agli uomini di Spalletti, che dopo essere stati a lungo in svantaggio, riuscirono ad acciuffare il pari con Cassano. A Trigoria, però, non è mai riuscito ad imporsi e dopo due esperienze al Bayer Leverkusen e al Nantes, ha dato

definitivamente l’addio ai colori giallorossi.



Dispiaciuto?



Un po’ sì, devo dire la verità. Però alla mia età ho bisogno di giocare con continuità e qui in Grecia riesco a farlo. Il mese scorso ho avuto un problema all’anca, ma per il resto gioco sempre. Nella Roma c’era parecchia concorrenza. Su tutti e Pizarro, due fenomeni.



Senti ancora qualcuno dei tuoi ex compagni?



Mexes e Menez sì, spesso. Ci telefoniamo, parliamo di calcio ma anche della nostra vita privata. Ogni tanto sento anche Julio Sergio e, quando capita, qualcun altro.



Stai seguendo il loro campionato?



Certo. Mi dispiace che siano partiti male, ma adesso li vedo meglio, nonostante il pareggio col Chievo. Immagino che i tifosi siano un po’ tristi...

Vorrebbero una Roma vincente,ovviamente. Abbiate fiducia. Secondo me abbiamo (dice proprio così, ndr) tutte

le possibilità per riprenderci. C’è una bella rosa, ce la giocheremo col Milan.



È Ranieri l’allenatore giusto per questa squadra?



È giustissimo. Lui è uno sincero e al contrario di tanti altri allenatori che pensano solo al loro successo,

lui mette davvero la Roma al primo posto. Per Menez è stato importantissimo. Sì, perché Jeremy ha bisogno di sentire intorno a sé la fiducia. Adesso si sente amato e apprezzato da tutti e gioca benissimo.



Che ragazzo è fuori dal campo?



Simpaticissimo, dovreste conoscerlo... Anche Mexes è ritornato ai suoi livelli. Lui è un professionista esemplare. Magari non è sereno per via del futuro e del contratto in scadenza, ma dà il massimo per la Roma ogni giorno. Lo posso assicura’.



Un’ultima curiosità:ti è rimasto un po’ di accento romano.



È vero, anche perché qui non ho imparato il greco. Con lo staff e l’allenatore parlo in spagnolo, è più facile.