La penna degli Altri 18/12/2010 10:31
Eravamo 4 amici al campo...
Predestinati Quattro grandi calciatori. Quattro campioni del mondo. Quattro amici, e allora quella dolce e rassicurante melodia sullamicizia e sulla vita di Gino Paoli fa proprio al caso loro, anche se magari non hanno mai pensato di cambiare il mondo, di sicuro però sentivano di essere « destinati a qualche cosa in più che a una donna ed un impiego in banca... ».
Metafore Eccoli, dopo vite trascorse a rincorrersi e rincorsi, ognuno a proprio modo, dalla gloria e dai guai, eccoli ancora insieme, stasera, sullo stesso campo, per lennesima partita, mai sazi di misurare anarchia e libertà, speranze e possibilità, perché in fondo anche stasera aperture e chiusure, tiri e intercetti, geometrie e cambi di gioco saranno soltanto metafore calcistiche della vita. Peter Pan Già, la vita ha dato tanto a tutti e quattro. Ha dato e ha tolto. Sogni e tempo. Gioie e dolori. Totti e Nesta, campioni di gol (segnati ed evitati) e acciacchi, che ad un certo punto si sono impossessati di entrambi. Racconta ieri Nesta a la Repubblica, guardandosi indietro. «Un po alla volta mi sono rotto spalle, mani, piedi, ginocchia e muscoli», praticamente tutto. E quasi lo stesso potrebbe dire Totti, lui più bersagliato alle caviglie. Eppure, entrambi, orgogliosamente, insistono, inguaribili Peter Pan. Ieri un tifoso allaeroporto ha urlato a Totti. «Capitano, rinnova fino al 2015», quando avrà 39 anni. E lui ha sorriso e ammiccato. Mentre lamico Carlo Ancelotti, che chissà un giorno lo allenerà, da Londra lo adulava. «Totti non sarà mai un problema, è un grande riferiva a Sky il tecnico del Chelsea : ha dato tantissimo e tanto ancora darà, soprattutto se gestito al meglio». E anche Nesta lo ha ammesso senza pudori: «Dormivo per terra dal dolore, ma adesso non voglio più smettere». Anche se il sogno di bambini lo hanno realizzato da tempo. «Vincere lo scudetto con la squadra del cuore ha detto sempre Nesta , solo che Totti è rimasto, io sono stato costretto ad andarmene».
Contrappasso Andare e tornare. Ripartire. Ritrovarsi. De Rossi e Pirlo, Ostia e Brescia, la città che finisce nel mare e quella che prepara le montagne, riuscireste a immaginare due culle, culture, vite diverse? Eppure, sono diventati amici per la pelle, vacanze, confidenze, consigli, confessioni, sempre tutto insieme. Pure lo stesso mestiere, perfino qualche caratteristica simile, tanto che in Nazionale, quando si ritrovano nella stessa squadra, sembrano due compagni di banco che si rubano lo spazio. Luno, Pirlo, solitamente costringe laltro, De Rossi, a farsi più in là. Ecco perché questo Milan-Roma, stasera, celebrerà la legge del contrappasso: il Pirlo messo allangolo da Allegri, costretto a lasciare il centro della scena ad Ambrosini, guarderà lamico De Rossi prendersi la cabina di regia un tempo appartenuta a Pizarro e, chissà, il controllo della partita. E magari in cuor suo farà pure il tifo per lui.