La penna degli Altri 01/12/2010 10:31
De Rossi-Pek, il falso problema

Il mister è il primo a sapere che una squadra è unorchestra e che per vincere deve girare tutto alla perfezione, anche perché ogni reparto è legato allaltro. Dunque se la difesa soffre probabilmente è anche perché il centrocampo la protegge male. Eccolo il nocciolo tattico della questione Roma, che più che dei problemi interni amati dai sodali del chiacchiericcio (una pratica da sempre molto diffusa in città) soffre nel come mettersi in campo e, soprattutto fuori casa, nel modo in cui affrontare la partita.
Prendete Palermo, ad esempio. E mai possibile che i giallorossi chiudano una gara che poteva lanciarli al terzo posto senza neppure un ammonito? Per carità, nessuno chiede gli interventi palla o gambe, ma sappiamo tutti che nel calcio (come nella vita) senza grinta non si va lontano. Più che i moduli a pallone conta la voglia di sacrificarsi per la squadra, la determinazione nel ricercare il risultato, la spinta ad aiutare il compagno in difficoltà e la grinta che non ti fa mollare neppure un centimetro di campo allavversario, chiudendolo nella sua area fino a trovare il gol. Tutte doti che unite alla tecnica e alla classe (delle quali la rosa della Roma abbonda) trasformano una squadra in vincente. Dove non arrivano i piedi arrivano sempre il cuore e lorgoglio.
Poi, certo, cè la collocazione in campo dei giocatori. Menez è un campione acclarato, ma siamo sicuri che sia un trequartista? Per suo istinto naturale ci sembra che lui cerchi sempre la fascia destra e che partendo da lì diventi molto più pericoloso per le difese avversarie che entrando dal centro. E che dire di De Rossi e Pizarro? A sentire alcuni commenti post Palermo sembra che la squadra soffra la loro convivenza, la stessa sulla quale Raniericostruì la grande Roma della stagione passata. Ma per piacere. Sono le statistiche a dirci che non è così: delle 103 partite di campionato giocate con De Rossi e Pizarro titolari, infatti, la Roma ne ha vinte più della metà (56) e perse solo 20 (27 i pareggi). Certo, fino allanno scorso giostravano in un 4-2-3-1 in cui erano vicini e quasi in linea davanti alla difesa, mentre col rombo di questanno sono uno dietro allaltro. Ma i giocatori di calcio non sono gli omini del Subbuteo che restano fermi e immobili. Sono uomini che si muovono autonomamente e che in campo trovano da soli collocazione e distanze.
Di vero, invece, cè che finora a questa Roma 2010-11 sono mancati gli uomini di corsa del centrocampo, ovvero i Perrotta e i Taddei che hanno sempre svolto un preziosissimo lavoro oscuro di raccordo tra i reparti macinando chilometri per loro e per la squadra. Con quei due accanto (o comunque con giocatori di caratteristiche simili, che però in rosa non ci sono) anche De Rossi e Pizarro giocano meglio, come ci dicono ancora le statistiche. Delle 35 partite di campionato in cui la Roma ha schierato il quartetto Taddei-De Rossi-Pizarro-Perrotta in mezzo (messi come vi pare) ne ha vinte 21, pareggiate 9 e perse solo 5, ma soprattutto con loro tutti titolari ha collezionato serie positive strepitose come quella che pochi mesi fa la portò ad un passo dallo scudetto. Sono loro i quattro moschettieri del centrocampo di Ranieri. Speriamo che la sorte gleli ridia al più presto tutti in ottime condizioni.