La penna degli Altri 08/12/2010 12:00

Brighi nella sua Cluj lì si prese la Roma

Difende la squadra Oggi c’è Ranieri, il Cluj è nelle mani di un tecnico romeno, il clima è più mite, ma la Roma ha sempre il cuore nella tormenta. A Palermo si è interrotta la marcia verso l’alta classifica. Il Chievo ha ribadito i problemi in trasferta. Ranieri si sta spallettizzando: sempre più nervoso, sempre più cupo, sempre più lontano dalla squadra. Solo Brighi è uguale a se stesso: potrebbe autocelebrarsi, preferisce invece difendere i suoi compagni quando si parla delle difficoltà ad accettare il : «Il nostro spogliatoio è più maturo di quanto si creda. È chiaro che a nessuno piace stare fuori, maqui alla fine tutti accettano la panchina. Nel mio caso, quando arrivai a Roma sapevo a quello che andavo incontro: se non sei una stella e approdi in un club importante, devi comprendere che oggi puoi giocare e domani no».

Il sindacalista Brighi ha le idee chiare: il precariato si può accettare in una logica di squadra, ma non come modello di vita. E allora difende il sindacato dei calciatori, impegnato in queste ore nella lunga trattativa con la Lega per cercare un accordo sul contratto collettivo e scongiurare lo sciopero nel fine settimana: «Io non lo chiamerei sciopero, ma sospensione del campionato. Nessuno di noi vuole fermare il calcio, maquesta trattativa è cominciata a gennaio e se è stato perso tempo non è solo colpa nostra. Lo sciopero fa male, ma è l’unica arma nelle nostre mani». Brighi è uno dei più impegnati sul fronte sindacale: «Si fa presto a dire calciatori uguale miliardari. Non è così, perché la maggioranza guadagna cifre ben più modeste e molti colleghi delle categorie inferiori hanno lo stipendio a rischio». Poi corre verso il campo, ad annusare l’erba di uno stadio amico, dove, 2 anni fa, per lui si aprì un capitolo nuovo. Titolo: Brighi, 2 gol per diventare romanista