Salvo ulteriori ritardi, infatti, a metà febbraio (gli ottavi si giocheranno nei giorni tra il 15 e 23) la società giallorossa potrebbe-dovrebbe avere un nuovo padrone. Le informazioni in possesso del sindaco di Roma Gianni Alemanno, intervistato ieri da Centro Suono Sport, fanno ancora riferimento a una probabile asta: «Si sta seguendo una procedura rigorosa e siamo in dirittura d’arrivo. Esistono quattro soggetti interessati e mi è stato garantito che la scelta del prossimo proprietario sarà presa non solo secondo potenzialità economiche. C’è anche qualche straniero in corsa». Al momento, però, le piste più accreditate portano al gruppo Tosinvest facente capo a Giampaolo Angelucci e in alternativa al gruppo statunitense la cui identità è da tempo nota ai vertici di Unicredit e non ancora svelata ufficialmente.

Entro Natale - non più il 15 dicembre, visto che la complessa consultazione della vendor due diligence è slittata - sono attese le offerte vincolanti per l’acquisto del club giallorosso.

Il momento della verità, quello che smaschererà eventuali bluff, sta dunque arrivando. Interpellato da Sky prima della gara di Cluj, Bruno Conti ha smentito che il tormentone societario incida sul rendimento dei calciatori: «Abbiamo il dovere di pensare solo al campo senza preoccuparci di un futuro tuttora incerto. Parliamo giornalmente con Rosella Sensi, lei non ha mai abbandonato la Roma».

Anche Totti ha scherzato sul tema: «Speriamo arrivi uno con tanti soldi. Io al massimo potrei comprare una grattachecca...», ha risposto a chi scherzosamente lo ha invitato a proporsi come acquirente.