La penna degli Altri 12/11/2010 10:38

Ugolotti: «Già da piccolo non mollava mai»

Che ragazzo era?

"Ricordo che aveva buone doti tecniche, ma era anche molto esile fisicamente. I ragazzini, a quell’età, sono ancora tutti da costruire, e ci sta che qualcuno sia più avanti di altri."
 
Spesso si commette l’errore di escluderli proprio per questo motivo.
 
"Alla Roma, questo discorso, di solito non ve- niva fatto. Si guardava di più alle qualità. E Leandro sicuramente le aveva. A cominciare da un buon piede. Fermo restando che, nell’arco degli anni, anche lui ha avuto una trasformazione. Perché per giocare a pallone, oggi, al di là delle qualità tecniche, devi anche avere forza fisica. A me, poi, piace continuare a seguire i ragazzi che ho avuto. E ho visto che Leandro ha fatto il suo percorso di formazione. Tra alti e bassi. E uscire dal settore giovanile, come capitò a lui, quando passò all’Astrea (nel 2004, ndr), viene spesso vissuto come una bocciatura."
 
Il ragazzo ha colpito proprio per la personalità che ha saputo mettere in campo. A Parigi, quest’estate, e ora, sia nel derby che contro la .
 
"So che è sposato e ha un figlio, e questo ti dà delle responsabilità. Già allora era un ragazzino intelligente e con una gran voglia di emergere."
 
Claudio Ranieri si è detto stupito che, durante il mercato, non trovasse posto neanche in serie B.
 
"Nel calcio moderno se ne sentono di tutti i colori. Però, se dopo esser rimasto in disparte per tanto tempo, si è fatto trovare pronto al momento della chiamata, ebbene, questo è un grande merito."
 
Una caparbietà che mostrava già allora?
 
"Parliamo di tanti anni fa. Ma ricordo che era uno sempre presente agli allenamenti: ti ascoltava, ti seguiva. Sempre positivo all’interno del gruppo. Sempre con il sorriso. Era di Roma e di conseguenza, veniva sempre accompagnato. Non ricordo se dai genitori, anche perché si cercava di tenere un rapporto distaccato con le famiglie. A volte i genitori sono invadenti e non sempre sono positivi. Non ricordo che vi siano mai state interferenze da parte della sua famiglia, e questo è un buon segno."
 
Che gruppo era?
 
"Erano esordienti che avevo rilevato ai primi di dicembre, perché c’era stato un cambio di guida tecnica e io avevo dato la mia disponibilità a Bruno Conti. Erano tutti ’85 e ’86: c’erano Curci, Galloppa, Pistillo. Greco era tra i più piccoli. Molti di loro, come si sa, sono arrivati a giocare a buon livello."
 
Anche se non tutti hanno fatto lo stesso percorso e avuto la stessa fortuna.
 
"Dipende. Le difficoltà, le bocciature, l’essere messo in disparte, a volte giocando e a volte no. E poi, l’andare in giro per l’Italia, come è successo a lui, che dopo l’Astrea, è stato a Verona, a Pisa, a Piacenza, tra serie B e C, inevitabilmente ti forma e ti rafforza. E se hai carattere, alla fine la spunti. Non mi meraviglia che sia andata così per quanto riguarda Leandro. Che ha dimostrato di avere un bel temperamento. E da parte mia, sono contento che oggi gli venga riconosciuto"