La penna degli Altri 13/11/2010 11:46

Totem (anche in panchina)

Icone in ogni caso, Del Piero e , qualsiasi cosa combinino. Figurine rimaste appiccicate al primo album, poi fuori commercio. Va da sé, indiscutibili per le tribù. Non per gli allenatori, specie ora che la coppia s’incammina sul Sunset boulevard, per quanto lungo possa essere. Gigi Del Neri e Claudio Ranieri sono due che li hanno maneggiati entrambi, pure con il rigore che esige il mestiere di tecnico, e bene possono raccontarli. «Che differenze ci sono tra uno e l’altro? - ragionava ieri l’allenatore bianconero - Per me sei anni di meno. Nel senso che ho allenato sei anni fa e Del Piero ora. Sono giocatori importantissimi, hanno qualità straordinarie, hanno nel loro dna l’appartenenza a dove lavorano, sono l’anima del club. Sono due calciatori che hanno qualità abbastanza uguali all’interno del gruppo. E strutturalmente, possono anche giocare insieme». Onora le bandiere pure Ranieri, anche davanti al gioco della torre, dove uno dei due dovresti buttarlo giù: «Beh, sono l’allenatore di ... - sorride il tecnico romanista all’inizio - ma sono due grandi campioni. E allora li terrei tutti e due». Nella sua squadra di certo, non sempre sul prato, se Claudio ha saputo lasciare fuori entrambi. Dai recenti cambi di , alle esclusioni di Alex nel suo biennio da tecnico bianconero, dove pure seppe lucidare il capitano alla grande: capocannoniere della A nel 2008 e fantastico nell’inverno seguente, con la doppietta a Madrid e tutto il Bernabeu in piedi. «Sono due grandi campioni - continua Ranieri - e possiedono quel dono che pochi hanno, quello di rendere le cose difficili di una facilità estrema. Fanno innamorare i loro tifosi e quelli delle altre squadre. E questo dono ce l’hanno pochi campioni. Il mio rapporto è stato sereno e tranquillo anche con Del Piero. Io sono molto chiaro fin dall’inizio». Come con , s’intende.

-Roma mica è solo duello da star, ma pure bivio di campionato, tra squadre che mirano in alto: «E noi dovremo avere carattere, velocità, attenzione e un po’ di fortuna - ricorda Del Neri - e giocare 95’ con la voglia di vincere». Stasera si rivede anche gente che s’è lasciata, bene e meno bene, da Aquilani al Gigi ora bianconero e sei anni fa giallorosso: «Spero che Aquilani faccia una grande partita - dice l’allenatore - e dimostri che la Roma non s’era sbagliata a giudicarlo un grande, quando lo prese. Lui è tranquillo, anche se avrà affetto per quei colori». Decisamente meno è rimasto nella valigia di Del Neri, solo un lembo di quell’avventura: «Niente». Pausa: «Anzi, l’affetto dei giocatori». Lo stesso che si sta cementando dentro la : «Perché se vuoi vincere qualcosa, il gruppo è fondamentale». Anche se poi, capita che la partita te la vinca . O Del Piero.