La penna degli Altri 30/11/2010 09:16
Senza padrone
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E uno scudetto senza padrone(i), in sostanza. Una novità, dopo il monopolio Inter. O un ritorno allantico, fate voi. Era dalla stagione 2001-02 che, a questo punto del torneo, la capolista non aveva un punteggio così basso: nove anni fa comandavano il sorprendente Chievo e la Roma a quota 29, il Milan di Max Allegri ha trenta punti. Un anno fa lInter di Josè Mourinho aveva 35 punti e la settima, il Cagliari, ne aveva tredici di meno. QuellInter aveva sette punti in più della seconda, il Milan: oggi chi insegue più da vicino la capolista, cioè la Lazio (+14 rispetto alla passata stagione), è lontana solo tre punti.
E tutto più rallentato e anche più ravvicinato. E la capolista, cioè il Milan, ha già perso due partite, esattamente come la Sampdoria, che le sta dieci punti dietro. E nessuna squadra è ancora imbattuta. Il Milan può anche permettersi di non vincere, come accaduto sabato a Marassi, eppure non succede niente: Lazio e Juventus non vincono in casa, il Napoli perde addirittura a Udine e la Roma si fa maltrattare (e sorpassare) dal Palermo. Del mezzo passo falso dei rossoneri ne approfitta solo lInter, che - però - viaggiava con nove punti di ritardo dalla vetta (ora è a -12 rispetto allanno scorso). Per rintracciare un distacco così ridotto tra la prima e la settima della classifica bisogna ancora risalire alla stagione 2001/02, quando Chievo e Roma avevano sei punti in più di Bologna, Lazio e Milan. Non caso, quel campionato si chiuse in volata, il famoso 5 maggio, con il sorpasso in extremis della Juventus di Marcello Lippi sullInter di Hector Cuper, sconfitta allOlimpico dalla Lazio.
E un campionato dai valori non irresistibili, per non dire modesti. La Roma, già quattro sconfitte, ha una differenza reti 0, cioè tanto ha segnato e tanto ha incassato (18 gol). Se domenica sera avesse vinto in casa del Palermo, si sarebbe ritrovata al terzo posto, a cinque punti dal Milan, nonostante un avvio di campionato letteralmente disastroso. E lo stesso Milan è in testa nonostante non abbia né il miglior attacco (è della Juventus: 26 gol) né la miglior difesa (è di Lazio, Inter, più Chievo che ha una gara in meno: 11 reti). Qual è, dunque, lelemento realmente determinante per fare la differenza? Non si sa. La Roma finora ha vinto in trasferta soltanto il derby con la Lazio, eppure è ai margini della zona Champions. Più che vincere conta non perdere, forse. Chissà. Il Palermo, sette punti meno della capolista, è la squadra che ha più tirato nello specchio della porta avversaria (101 volte), ha segnato due gol più del Milan eppure sta parecchio dietro. Il Cagliari è la squadra che ha vinto il maggior numero di contrasti (249) ma è lontanissimo dal Milan. E non conta neppure avere in organico il miglior cannoniere del campionato (Etoo e Cavani sono appaiati a quota 9 reti) per essere tra le prime tre della classifica.
Ma che campionato è, allora? Contano, forse, i calci di rigore a favore? No, perchè la squadra che ne ha avuti di più (4) è il Bari fanalino di coda. Decisivi, perciò, quelli contro? Il Milan capolista (come Sampdoria, Fiorentina e Chievo) non ne ha ancora subìto uno, e forse questo aiuta a capire.
Il Milan per proteggere la difesa e permettersi il solista Ibrahimovic ha cancellato Ronaldinho e, soprattutto, Pirlo, uno dei migliori giocatori italiani. Però vincerà il campionato.
LInter ha segnato cinque gol senza Etoo: privi del centravanti, tutti gli altri hanno cercato il gol. Come succedeva alla Roma del tecnico nudista.
La Juve cerca un attaccante, però è in testa alla classifica dei gol segnati: ventisei.
De Canio pagherà per lo scarso rendimento del Lecce. Un anno fa salì in A con una squadra scarsa: allora come oggi.
Reja ha apprezzato il pareggio con il Catania. La Lazio si accontenta. Guarda la classifica e si fa i complimenti. Invece può dare di più.
La Roma ha segnato 18 gol e ne ha presi 18, differenza reti: zero. Roba da mezza classifica. A Palermo ha giocato un ottimo primo tempo e un pessimo secondo. La sintesi: singoli a disagio (Julio Sergio, Juan, Cassetti, Riise, De Rossi, Pizarro, Simplicio); difesa ballerina; centrocampo inesistente e incapace di fare filtro e di aiutare le punte; attacco lasciato a se stesso e comunque presente. Penserà Ranieri: ma allora, che volete? Che si attacchi o che ci si difenda? Che si attacchi, ma facendo come fa il Milan: centrocampo frangiflutti, per proteggere gli orfanelli della difesa e appoggiare gli attaccanti.