La penna degli Altri 13/11/2010 10:31

Riise l'anti Juve



Ieri e oggi Fu certamente un successo storico: alla Roma mancava da otto anni e mezzo. Fu un altro gran premio della montagna, una vittoria in salita: la 13ª rimonta dell’era Ranieri. Fu un piccolo passo verso quel cielo nero, che di lì a poco si sarebbe illuminato: ma la luna era ancora lontana, tanto che Riise non volle volare troppo alto. «Siamo terzi, possiamo agguantare il Milan — disse il terzino goleador al termine del match —, ma per lo scudetto mi sembra troppo difficile». Era la 21ª giornata, l’Inter ancora distante anni luce. Dieci mesi dopo, invece, alla vigilia della 12ª sono incredibilmente tutte alla portata. Così Riise, intervistato dalla rivista La Roma, stavolta può lanciarsi. «Abbiamo le carte in regola per vincere lo scudetto e la Coppa Italia — dice senza timori —. Io mi sento fortunato a giocare in un club così ricco di giocatori importanti e di qualità. Il segreto tra il dire queste cose e raggiungerle è semplice: bisogna lavorare, lavorare, lavorare. Il calcio non è complicato: a mio parere, se ci si prepara al meglio e si ha un’ottima squadra come la nostra, i risultati prima o poi arrivano per forza».



La Roma ci ha messo un po’ a ingranare, come un anno fa, ha concesso qualche metro di vantaggio alle avversarie. «Continuavamo a guardarci indietro, a pensare allo scorso campionato — ha spiegato Ranieri —, ma ora finalmente anche noi abbiamo cominciato il nostro campionato». «Vero — conferma Riise —, abbiamo avuto delle difficoltà, ma ne siamo usciti tutti insieme. Tra noi e il mister c’è esattamente lo stesso feeling della scorsa stagione: stiamo lavorando duro tutti insieme per tornare ai nostri livelli. Per fortuna questo campionato è più equilibrato, la lotta al vertice è ancora più agguerrita, ci sono almeno 5-6 squadre molto competitive. Male nostre chance sono intatte».



Testa a posto Riise, più degli altri, si sta sforzando per tornare il giocatore indispensabile che è stato per tutta la scorsa stagione. Ma i postumi della commozione cerebrale non sono ancora completamente smaltiti. Sembrava una cosa da poco, superabile in poco tempo, anche se lo era augurato: «John è una roccia, un guerriero: quello che stenderebbe altri, per lui vale solo qualche giorno di riposo». Ma in questi casi, con infortuni così delicati, quello che manca per un po’ è il senso della misura: dalla palla, dall’avversario. «Riise non è ancora totalmente a posto — dicono da Trigoria —, ma sta facendo progressi giorno dopo giorno». Sta mettendo la testa a posto, finalmente. In tempo per regalarsi un’altra notte magica, sotto quello stesso cielo nero nero. Di cuore, muscoli e testa. Roscia, ovviamente.