La penna degli Altri 08/11/2010 10:25

Rigori e veleni

Che la Roma vince 2-0 interrompendo la fuga della Lazio e facendo un bel regalo a se stessa e a un campionato tornato alla portata di tutti. Finisce con le squadre quasi abbracciate al centro del campo e non si tratta di una rissa, anche se mille episodi da moviola e relative polemiche avrebbero potuto suggerire un epilogo meno tranquillo. Meglio così.

Rigori & moviola Derby di rigore, da quelli (netti) trasformati da Borriello e Vucinic all’inizio e alla fine del secondo tempo, a quelli che la Lazio reclama in quantità industriale. In realtà, quel Simplicio che due volte tocca con la mano, ma sempre dopo che il pallone gli sbatte su un fianco, non sembra meritevole di attenzione. E’ invece netta la trattenuta di Riise su Mauri a un passo dalla linea di porta che sull’1-0 per la Roma dovrebbe essere punita con rigore ed espulsione del terzino giallorosso. L’arbitro Morganti non vede, nella circostanza male assistito dal guardalinee Cariolato cui nella stessa azione sfugge un fuorigioco iniziale di Dias. A completare i non ingiustificati furori di Reja, Brocchi e compagni, anche il fatto che il secondo rigore della Roma nasce da una spinta di Baptista su Lichtsteiner, col brasiliano che poi subisce il fallo di Dias mentre lo svizzero e Stendardo, scontratisi, sono ancora a terra. Insomma, un discreto numero di pasticci sui quali discutere almeno fino a mercoledì (ma solo perché poi c’è da distrarsi col turno infrasettimanale di campionato).

Meriti Roma Un pareggio il risultato più giusto alla luce degli errori arbitrali? Può darsi, ma se c’è una squadra che fa la partita questa è la Roma, nonostante capitan squalificato, Juan e Taddei infortunati, Pizarro e Brighi acciaccati a far numero in panchina al punto che quando dopo mezzora si fa male pure l’evanescente Menez chi lo rimpiazza è Greco, il giovane prestigiatore di Basilea che avrà modo di mettersi in evidenza pure stavolta, entrando da uomo dell’ultimo passaggio nell’azione del primo rigore. Ranieri ci prova anche nel primo tempo di una partita bloccata da troppo reciproco rispetto, o paura, tali da provocare moduli tattici speculari, dei 4-3-1-2 in cui i difensori laterali restano quasi sempre sulle loro e i tre di centrocampo pensano molto a distruggere e poco a costruire. La differenza la fanno i confronti diretti tra centrali di difesa e attaccanti. Vucinic e Borriello, in un match fatto di molti lanci lunghi, schiantano fisicamente Dias e Stendardo, che sostituisce lo squalificato Biava, mentre Mexes e Burdisso contengono senza difficoltà Floccari e Rocchi, che Reja ha colpevolmente preferito a Zarate. Al resto pensano i portieri: Muslera maldestro nel farsi passare sotto la pancia il rigore calciato malissimo da Borriello, e sull’1-0 Julio Sergio decisivo su Hernanes.

Risveglio Lazio Regalato alla Roma un tempo e un gol di Greco annullato per millimetrico fuorigioco di Borriello, Reja toglie Rocchi per Zarate, che però ci metterà un po’ a entrare in partita. Il pasticcio di Dias, peggiore in campo dopo essere stato matchwinner a Palermo, che si fa soffiare palla da Vucinic e avvia l’azione da cui scaturisce il rigore dell’1-0 (mani di Lichtsteiner su tiro di Simplicio) arriva presto e ha almeno il merito di risvegliare la Lazio, nella quale Hernanes, affaticato, non è più il Profeta delle prime giornate. Reja lo toglierà a venti minuti dalla fine, dando spazio al vivacissimo Foggia e a un rischiatutto. Il necessario per incendiare il derby, dalla traversa di Simplicio al palo di Foggia. Come non bastassero le (in)decisioni di Morganti.