La penna degli Altri 26/11/2010 10:19
«Qui non si resta indietro»
Quella di chi la Roma la voleva da bambino, lha ottenuta, e adesso non vuole più lasciarla. «Vorrei rimanere qui. In questo gruppo. Decideranno il mister e la società cosa è meglio per il mio futuro. Ho lavorato per farmi trovare pronto, ma anche io non mi aspettavo tutto questo». Nonostante non sia un Carneade già da qualche mese, diciamo dal gol al Psg lo scorso primo agosto, Leandro non riesce ancora ad essere a suo agio davanti alle telecamere di "Roma Channel". Prova a mascherare lemozione abbozzando un sorriso.
La tua è stata una storia particolare. Hai avuto un problema. Ce lo racconti?
Ho avuto una setticemia provocata da una vescica. Sono stato fuori due mesi, in ospedale. Devo ringraziare i miei genitori, che mi sono stati sempre vicini, e la passione che ho per questo sport. Quellanno (il 2005, ndr) ci fu anche lesordio. Fu veramente un anno particolare.
Come è il rapporto con i compagni? Perrotta ha parlato benissimo di te.
È un gruppo veramente straordinario. Daniele (De Rossi, ndr), Simone (Perrotta, ndr) e Brighi non mi hanno mai lasciato indietro. Non è facile giocare bene per chi gioca di meno. Se ho fatto bene, è anche merito del gruppo.
Quale è stata lemozione maggiore che hai provato?
Lesultanza dopo il derby. Tante volte lavevo vissuta da fuori, stavolta sono stato protagonista. Ogni tanto ripenso al gol annullato. Peccato, ma limportante è avere vinto. I miei amici mi prendono in giro. Gli fa strano vedermi lì. Con chi ti senti fuori dalla Roma? Con Magliocchetti (altro ex Primavera giallorosso), ma frequento ancora i miei amici dinfanzia.
Cosa ti piace oltre il pallone?
Il cinema.
È stata una bella annata, quella dell86.
Abbiamo vinto meno di quello che avremmo meritato. Ci divertivamo tantissimo.
Cè un allenatore che nel settore giovanile senti più vicino a te?
Sicuramente, Alberto De Rossi. Mi ha dato tanto, lo ringrazio sempre quando lo vedo. Per me è stato molto importante. Riusciva a tirare fuori il meglio da ognuno di noi.
Si possono sopportare quattro punte?
È molto dura lì in mezzo. Ne dovremmo discutere. Ma sono tutti grandi campioni, e se cè la disponibilità di tutti, uno lo fa volentieri. Ci deve essere il sacrificio di tutti.
Cè stata una partita della svolta?
Allinizio mi faceva un po strano (la crisi della Roma, ndr), perché vedevo come ci allenavamo. Capitano dei momenti così dopo una stagione come quella scorsa. Dopo Basilea abbiamo cominciato a esprimere un buon calcio.
Con il Basilea ti aspettavi di giocare?
Ci speravo. Sono stato contento di essere stato scelto.
Lammonizione col Bayern ti ha condizionato?
Ranieri mi ha tirato fuori per quello. Sono stato ingenuo io, poi ho visto la rimonta da fuori. Che bella. Avrei voluto esserci. La Roma ha tanti giocatori fuori. Anche Adriano.
Dove possiamo arrivare?
È un gruppo straordinario. Abbiamo giocatori bravi e uniti, e questo è un valore aggiunto. Se daremo continuità, ci potremo togliere qualche soddisfazione.
Hai avuto un problema in allenamento?
Nulla di grave. In teoria, domani (oggi, ndr) dovrei ricominciare ad allenarmi.
A Palermo sarà dura?
Sì, difficile, perché loro davanti sono parecchio bravi. Ma ce la giochiamo. Speriamo di portare a casa i tre punti.
Ti senti parte del gruppo?
Mi sono sempre sentito parte. Sono campioni che non ti fanno sentire che lo sono. E poi da loro cè sempre da imparare.
Chi ti ha stupito di più?
Jeremy. È qualcosa di straordinario. È un fenomeno. La gente lo vede adesso che sta attraversando un momento fantastico, ma in allenamento è qualcosa di incredibile. Può diventare uno dei giocatori più forti in circolazione.
E Borriello?
Siamo rimasti molto colpiti. Sapevamo che era forte, ma la sua forza fisica e la sua tecnica ci hanno impressionato.
Qual è il ruolo che preferisci?
Al derby da trequartista mi sono divertito. Ma anche da mezzala mi piace, sebbene sia un ruolo più impegnativo.
Ti sono mai capitati dei momenti di difficoltà?
Ho sempre cercato di trovare il meglio in ogni situazione. Se oggi sono qui, è pure per questa mentalità. I miei genitori mi hanno lasciato libero, ma mi sono stati vicini nei momenti che contavano.