La penna degli Altri 10/11/2010 09:23
Per Cicinho è come un esordio
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Probabilmente, era destino che Ranieri gli desse nuovamente spazio proprio contro la Fiorentina. Il brasiliano è sentimentalmente legato a quella maglia. È alla Viola che segna il suo primo gol italiano, il 24 febbraio 2008. AllOlimpico, sotto la Sud. De Rossi ispira Vucinic, il Genio imbecca Cicinho, il brasiliano batte Frey e la Roma incamera tre punti pesanti nella rincorsa allInter. Rincorsa fallita, ma per motivi chiaramente extra calcistici. Vedi sul dizionario alla parola aiutini. È un ricordo indimenticabile anche per chi, fino a pochi mesi fa, faceva di tutto per fare il definitivo ritorno in Brasile. Se possibile, nella stessa squadra dove era cresciuto. Il San Paolo. Ceduto in prestito a gennaio apposta allamato "Tricolor", Cicinho pareva ormai un ex romanista. Parlava da tale. «A Ranieri non piacciono i brasiliani». Grave errore. Unuscita pubblica che azzerò il già poco credito che Cicero vantava con un tecnico che ama le persone che non parlano a migliaia di chilometri di distanza. Ci sono voluti mesi di lavoro sodo, di sacrificio autentico e non di proclami buonisti da parte del suo procuratore («Cicinho vuole riconquistare la Roma»), per convincere Ranieri a tornare a prendere in considerazione un calciatore che, a quel punto, non rientrava più nei piani della Roma. E che è rimasto perché un ingaggio come il suo, poco più di 3 milioni lordi a stagione, il San Paolo (e non solo il San Paolo), non se lo sarebbe potuto permettere.
Ranieri torna a impiegarlo nella partita che, a detta dellallenatore testaccino, ha segnato la svolta di questo
campionato. A Brescia. Il titolare è Rosi, ma Aleandro è nervoso. Troppo nervoso. Commette un fallaccio
inspiegabile, rimedia il primo giallo, e qualche minuto dopo la lavagna luminosa indica il numero 2. Cicinho
ha immediatamente un impatto positivo sulla partita. La Roma perde, ma riacquista Cicero. Oggi sta a lui dimostrare che si tratta di un affare.