La penna degli Altri 06/11/2010 11:58

Passata la febbre, la certezza è Mexes

Il difensore francese non sta vivendo un momento facile. Praticamente dal primo giorno di ritiro a Riscone di Brunico per lui non c’è mai stata pace. Prima le voci di mercato sul suo conto, sempre rispedite al mittente, in particolare per quanto riguarda la , poi gli sforzi fatti dalla Roma per prendere Burdisso che sicuramente non lo hanno fatto sentire un giocatore indispensabile per questa squadra, in seguito l’infortunio con la nazionale, e infine l’espulsione - assolutamente immeritata - di Brescia che gli è costata tre giornate
di (poi ridotte a due), non gli hanno fatto dormire sonni tranquilli.
 
Un peso importante sul suo umore lo hanno avuto anche alcune vicende personali e la questione-contratto, in scadenza il prossimo 30 giugno e ancora in stand-by. Nel ritiro precampionato si era cominciato a parlare del rinnovo e la cosa gli aveva fatto parecchio piacere, salvo poi, alla prima convocazione in Nazionale, rilasciare un’intervista, nella quale lanciava una sorta di ultimatum alla società giallorossa, che all’interno della Roma non ha fatto piacere a nessuno. Tantomeno a Claudio Ranieri che in conferenza stampa disse: «I giocatori devono ricordarsi che quando vanno in Nazionale sono figli della Roma e non figli dei fiori». A Brescia, come detto, il punto più basso della sua stagione, col gol al Cluj in  quello più alto.
 
Almeno fino a domani quando, con Juan e Burdisso usciti malconci dalla sfida col Basilea e quindi non al meglio, toccherà a lui guidare la difesa. Sarà vice capitano, un’ulteriore responsabilità che Philippe ha voglia - e per certi versi anche bisogno - di assumersi. Perché lui, oltre a giocare nella Roma, è della Roma. E la partita di domani non potrà mai essere come tutte le altre.